Il ministro e l'idea del docente-tutor. "C'è già", dicono i presidi fiorentini

Nei professionali esiste da tempo una figura simile. "E comunque in tutti gli istituti c'è un docente che segue le situazioni più particolari"

Firenze, 14 gennaio 2023 - Un ni dai sindacati, più di un’apertura dalle scuole. La proposta del ministro Valditara di istituire un docente-tutor che, pagato di più, dovrebbe "occuparsi di coordinare la personalizzazione dell'insegnamento e soprattutto di farsi carico di quei ragazzi che hanno più difficoltà o di quelli che in classe si annoiano perché sono talmente avanti negli apprendimenti da avere necessità di accelerare" inevitabilmente fa discutere. 

Mette i puntini sulle ‘i’ Claudio Gaudio della Cisl: “Intanto, il ministro dovrebbe convocarci per concertare queste nuove figure che ha in mente - dice -. Nella scuola, servono interventi organici e non spot. Anche perchè non si capisce nemmeno bene quale tipo di formazione dovrebbe avere questo insegnante.

E poi già oggi i consigli di classe si prendono cura delle situazione più complesse. Ministro, incontriamoci e parliamone. Le sue idee vanno rese compatibili coi percorsi scolastici. Non chiudiamo all’idea, ma bisogna pensare ad un nuovo inquadramento contrattuale e non solo. Solo sedendoci ad un tavolo possiamo partecipare ad un nuovo modo di pensare la scuola in maniera più personalizzata”. 

“Nei professionali esiste già una figura simile - interviene Osvaldo Di Cuffa, che guida l’Iis Sassetti-Peruzzi -. È un tutor, uno per ciascuna classe, che ha l’incarico di seguire ogni allievo sotto il punto di vista dell’integrazione che dell’orientamento scolastico. L’obiettivo è seguire più da vicino ogni alunno per far emergere i suoi punti di forza, guidarlo passo passo, annotare i progressi e le difficoltà incontrate. È una figura certamente positiva, perchè le difficoltà dei giovani sono sempre di più. I tutor dei professionali sono incentivati economicamente coi fondi del Miglioramento dell’offerta formativa. Pertanto, l’idea del ministro si inserisce lungo questa scia. E’ importante avere nelle scuole insegnanti formati per il tutoraggio. Certo, un professore ad istituto sarebbe poco, ma rappresenterebbe comunque un inizio”.

“In realtà questa figura esiste negli istituti - è il ragionamento di Gianni Camici, preside Iis Cellini, - ma viene declinata diversamente in ogni singola scuola. Si tratta di un docente che segue le situazioni più particolari e che magari si occupa di ri-orientare gli alunni più in difficoltà. A questo punto si potrebbe istituzionalizzare questa figura dando una maggiore uniformità. Mi pare che la proposta del ministro vada verso una standardizzazione. Certo, bisogna però valutare il discorso economico e anche quello degli adempimenti. Sarebbe opportuno togliere quelli non necessari per snellire un po’ la burocrazia”.

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