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Demanio contro Comune per i pali della luce: "L’affitto è di 15mila euro"

Il Comune di Firenze è coinvolto in una disputa legale con l'Agenzia del Demanio per il mancato pagamento di circa 15mila euro relativi all'indennità per l'illuminazione pubblica su alcuni immobili demaniali. Dopo una serie di ricorsi, la questione sarà decisa dalla Cassazione entro un mese. La politica è chiamata a trovare una soluzione per evitare danni e garantire il decoro degli edifici.

Guerra a colpi di carte bollate tra l’Agenzia del Demanio e Palazzo Vecchio. Con la prima che ha aperto un contenzioso portato in Tribunale il Comune “reo“ di non averle versato, per 10 anni (tra il 1997 e il 2007) circa 15mila euro relativi "all’indennità dovuta per l’appoggio di punti luce di pubblica illuminazione su alcuni immobili demaniali". Si tratta del convento di santa Caterina, la Palazzina Robinson, la Palazzina della Livia, il convento di Santa Apollonia e il monastero di via San Gallo, l’ex Manifattura Tabacchi, Sant’Orsola, l’ex Intendenza di Finanza, la Caserma Cesare Battisti in viale Fratelli Strozzi e l’Istituto Geografico Militare. In primo e secondo grado, i giudici hanno dato ragione all’Agenzia del Demanio motivando nella sentenza che "il Comune aveva contestato la fondatezza di tali richieste ed era quindi seguito uno scambio di corrispondenza tra i due enti fino a quando, nel 2011" negli uffici di piazza della Signoria "sono pervenute otto intimazioni contenenti ciascuna una seconda richiesta di pagamento correlata alle istanze già precedentemente avanzate". Ma Palazzo Vecchio è deciso a non arrendersi, e alla fine del 2023 ha fatto ricorso in Cassazione, che dovrebbe esprimersi definitivamente nell’arco di un mese. "Una storia che ci sembra raccontare della necessità che la politica dialoghi sul coordinamento tra diverse articolazioni dello Stato – afferma il consigliere di Sinistra progetto Comune Dmitrij Palagi – Perché stiamo parlando di illuminazione pubblica, a cura del Comune di Firenze, su beni di proprietà dell’Agenzia del Demanio. Da questo deriverebbe un danno, inteso come alterazione delle sagome degli edifici e un minor decoro. La questione giudiziariasi trascina dal 2017 e vede opposte interpretazioni sulla necessità di sostenere un canone. Lunedì presenteremo un question time, per capire come mai in questi anni non si è mai cercato una soluzione politica, per arrivare a una conciliazione tra le parti, vista anche la natura dell’importo".

A.P.