REDAZIONE FIRENZE

Dall’orto alle ricette toscane

Già nel Medioevo in tavola si trovavano le zuppe di verdura come la Ribollita. La versione dell’Artusi

Sono davvero tanti i piatti toscani che fanno uso dei prodotti dell’orto. Nel Medioevo nelle zone di Pisa, Arezzo e Firenze, i feudatari mangiavano la carne sul pane azzimo, invece i poveri preparavano zuppe con verdure e altri ingredienti reperibili nelle campagne. La zuppa poteva durare anche una settimana; il segreto era farla ribollire una o più volte nei giorni successivi, facendola rimanere gustosa. Da qui il nome di Ribollita. L’inventore della cucina italiana moderna, Pellegrino Artusi, nel ricettario ottocentesco "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene" ne fornisce una sua versione. Sempre nel testo artusiano troviamo "i fagioli a guisa di uccellini", oggi Fagioli all’uccelletto, altro piatto toscano che prevede per la sua preparazione olio, salvia e fagioli precedentemente lessati. La Carabaccia invece è un piatto a base di cipolle rosse, di cui esiste anche una versione dolce. Era molto amata da Leonardo Da Vinci e da Caterina de’Medici che, andata sposa a Enrico II, la fece conoscere alla corte francese. Alle cipolle rosse si accompagnano prodotti della nostra tradizione come carote, sedano, pane toscano e olio extra vergine di oliva.