
"Quando ci siamo viste di fronte a un business plan e a un conto economico ci siamo sentite morire perché ci apparivano temi completamente fuori dalla nostra portata. Invece, lo studio e la determinazione ci hanno portato alla creazione della nostra cooperativa sociale. Insomma, abbiamo concretizzato la nostra idea d’impresa". Benedetta Emanuela Palladino, 37 anni, è fondatrice e presidente dello spin off Ebico, che si occupa di prevenzione e contrasto di bullismo, cyberbullismo e comportamenti aggressivi a scuola. Ebico rappresenta uno dei casi di successo di quella ‘voglia di fare impresa’ che cresce sempre più nel nostro Ateneo.
Come ci dice il primo report Almalaurea su "Laurea e imprenditorialità", oltre il 7% dei laureati UniFi fonda un’impresa. Di questi, la metà sono donne. È il caso appunto di Ebico, dove oltre a Benedetta troviamo Giovanna Tambasco, dipendente a tempo indeterminato, le docenti universitarie Ersilia Menesini ed Annalaura Nocentini, oltre alla ricercatrice Maria Rosaria Nappa (tutte socie volontarie) e a due collaboratori: Valentina Zambuto e, ultimo arrivato, l’unico uomo del gruppo, Alessandro Garuglieri (nella foto, il gruppo di Ebico). Di 35 anni l’età media del team (prof escluse) che compone questa cooperativa legata a doppio filo alla ricerca. Basti pensare che la sede operativa dell’impresa è proprio all’interno del laboratorio del dipartimento di Psicologia a San Salvi.
Ma com’è nato tutto? Facciamo prima un passo indietro, ovvero a quando Benedetta, durante il dottorato di ricerca post laurea, ha curato la validazione del programma anti-bulli ‘NoTrap’!, messo a punto dalla professoressa Menesini. "Siccome l’Ateneo aveva prodotto un efficace progetto per arginare il bullismo ed il cyberbullismo, abbiamo sentito l’esigenza di creare una sorta di ‘braccio operativo’ affinché questo programma non restasse sui libri ma diventasse qualcosa di concreto, da portare all’interno delle scuole", spiega la presidente di Ebico.
Ecco che, insieme a Tambasco e Nocentini, Benedetta si è buttata a capofitto nella nuova avventura. Dal laboratorio di ricerca universitario all’Incubatore il salto non è stato semplicissimo. Perchè un conto è studiare e portare avanti le ricerche, ben altro indossare le vesti di imprenditrici. L’esperienza all’interno dell’Incubatore è servita per capire se "l’idea d’impresa avesse qualche possibilità di camminare sulle proprie gambe oppure no". Alla fine, le giovani hanno vinto la loro scommessa e nel luglio del 2015 hanno creato la cooperativa sociale onlus. Insomma, la loro creatura è nata. Da quel momento Ebico - Evidence Based Interventions Coop, - ha iniziato a lavorare soprattutto nelle scuole diffondendo a livello nazionale il programma finlandese Kiva, a livello regionale il ‘NoTrap!’ e sul versante cittadino ‘Cresciamo in Viola’, progetto patrocinato dalla Fiorentina sull’uso consapevole delle nuove tecnologie. Incontri formativi coi docenti, confronti nelle classi: l’adesione ai progetti è cresciuta nel tempo.
E pazienza se adesso causa Covid tutto si è spostato sul web. L’importante è che l’attenzione sul tema non cali. Basti pensare, sottolinea Palladino, che col Kiva, pensato per la primaria, "il rischio bullismo si riduce del 50%". Mentre col No-Trap! del 20-30%. Il segreto del successo? "La formazione degli insegnanti e il fatto di rendere protagonisti i ragazzi". ‘NoTrap’! prevede ad esempio un coinvolgimento attivo dei ragazzi con l’obiettivo di promuovere una maggiore responsabilizzazione degli studenti, dando loro strumenti per aiutare i compagni. Elettra Gullè