
Gli unici spazi consentiti per i manifesti elettorali sono quelli allestiti dal Comune
Firenze, 25 agosto 2022 - Pronti, attenti, via. Si fa presto a dire campagna elettorale ma le prossime quattro settimane sono ancora tutte da organizzare per chi, il 25 settembre, si gioca il biglietto di ingresso in Parlamento. Intanto la stagione, a metà fra le vacanze ancora da fare e gli impegni da ripresa scolastica, poi le nuove regole legate agli ultimi cambiamenti introdotti dalla legge elettorale. Difficile dire quanto dovrà spendere ogni candidato per catturare l’attenzione dei suoi elettori. In linea di massima un po’ meno rispetto al passato visto che i listini bloccati nei collegi plurinominali hanno di fatto eliminato la costosa corsa alle preferenze. Qualche euro in più saranno costretti a investirlo i campioni scelti dalle coalizioni per la sfida nei collegi uninominali.
Ma di questi tempi, con la guerra in Ucraina e l’incubo bollette sulle teste degli italiani, non potrà che essere una campagna elettorale all’insegna della sobrietà.
Ma andiamo per ordine e partiamo dall’abc: manifesti elettorali e volantini. Non sono più una voce onerosa, anche per merito delle tipografie on line. Diciamo che per 10mila volantini (che sono davvero tanti) non si spendono più di 300 euro. Per i manifesti poi va ancora meglio: con 200 euro se ne stampano un centinaio. E molti di più non ne servono visto che le affissioni sono gratuite, ma possibili solo negli spazi allestiti dai Comuni. Gli unici manifestoni costosi sono quelli in movimento, cioè quelli sulle vele appositamente montati su auto e furgoncini. In ogni caso il costo oscilla fra i 2mila e i 2500 euro per due settimane.
Altro capitolo importante è quello della sede elettorale, il quartier generale del candidato. Qui la difficoltà è duplice: non solo trovare locali appetibili con vetrine sul fronte strada e in zone centrali o semicentrali della città, ma è anche necessario che siano già pronte per l’uso, dall’arredamento alle utenze. Perché non è pensabile aspettare 15 giorni per l’allaccio di acqua e luce. Comunque, ammesso che la ricerca sia fortunata, una sede sui viali di circonvallazione potrebbe costare fra i 2mila e i 2mila e 500 euro di affitto. Oltre naturalmente al materiale elettorale per allestirla.
C’è poi la questione degli eventi: le cene non sembrano essere fra gli obiettivi prioritari, ma in ogni caso, prevederebbero una quota di partecipazione a carico dei partecipanti che potranno così contribuire a sostenere il loro candidato. E lo stesso vale per gli aperitivi che quest’anno sembrano andare per la maggiore.
Poi ci sono gli eventi: diciamo che una sala attrezzata con microfoni, palco, sedie, magari schermo per qualche video ha costi variabili a seconda della grandezza, ma anche in questo caso si parte da almeno un migliaio di euro per eventi che possano raccogliere fino a 200 persone.
Una curiosità: i costi per gli spostamenti rientrano solitamente nel 10 per cento delle spese forfettarie non rendicontabili. Perché spesso a fare da autisti sono i sostenitori e i volontari.
Sono infine rigide, le regole da seguire. Il limite massimo per legge è di 52mila euro per collegio. Anche chi spende fino a 2500 euro di risorse proprie ha l’obbligo di rendicontare le sue spese, ma non quello di affidarle a un mandatario elettorale, indispensabile per chi spende di più. Il rendiconto finale della campagna elettorale dovrà poi essere inviato alla Camera o al Senato se eletti e al Collegio regionale di garanzia il Corege presso la Corte d’appello. Chi sgarra va incontro a multe salatissime: da 25mila a 100mila euro per omessa dichiarazione o dai 15mila ai 50mila per parziali omissioni.
Pa.Fi.