
Il generale Gianfranco Scafuri, vicecomandante del Ros
Firenze, 18 aprile 2021 - A suon di minacce e intimidazioni, la Cantini Marino srl di Vicchio poteva diventare una monopolista del settore del movimento terra. Tutto questo in virtù della presenza, “in società“, diretta o indiretta, di due emanazioni del clan Gallace di Guardavalle, Nicola Chiefari e Domenico Vitale. I loro metodi mafiosi, secondo il giudice, esercitavano una "dissuasione delle ditte potenzialmente concorrenti". Il risultato è l’acquisizione di "commesse in appalti per lavori pubblici al di fuori delle regole del libero mercato" e il puntuale "ritiro dei concorrenti". Così, potevano divorarsi il mercato.
Dunque, l’assoggettamento alle influenze dei clan della Cantini Mario sarebbe stato lampante anche agli occhi delle altre imprese del settore. La svolta, in questa direzione, è l’ingresso nell’impresa del ‘factotum’ Nicola Verdiglione: l’uomo chiave del “salto di qualità”, ora frenato dalle misure di custodia cautelare emesse l’altra mattina nei confronti dello zoccolo duro di questa associazione per delinquere. "Uno di famiglia, Nicò", gli dice affettuosamente Vitale .
Da una parte, hanno ricostruito i carabinieri del Ros, Verdiglione ha l’appoggio di Graziano Cantini, titolare della storica azienda mugellana; dall’altra sa di poter contare proprio sui “facilitatori“ Chiefari e Vitale.
Chiefari e Vitale, d’altronde, sanno come trattare anche senza bisogno di far la voce grossa. Esercitano fascino anche su un dipendente del Genio Civile del Valdarno aretino, dove Chiefari, figlio di un boss ammazzato, si è trasferito nel 1993 con il fratello. Il funzionario, destinatario anche di un’offerta di vacanza in Calabria, non avrebbe esitato a rivolgersi direttamente a Chiefari quando, nel dicembre del 2019, necessita di reperire una cava in cui smaltire tonnellate di rifiuti accumulati dopo la pulizia post alluvione. Per quel lavoro, c’erano ben 12 milioni pubblici, stanziati dalla Regione Toscana, a disposizione.
Ma è nell’ingresso nei lavori alla Sr 429 Empoli-Castelfiorentino che il "sistema-Guardavalle", che stando alle intercettazioni aveva puntato anche i lavori del centro sportivo di Bagno a Ripoli, sfoggia tutta la sua potenza criminale.
Prima viene estromesso dal cantiere stradale un imprenditore che già stava lavorando (l’intimidazione sarebbe avvenuta nello stabilimento di smaltimento di Francesco Lerose, l’uomo che ha i rapporti con i conciatori), poi, sempre con “metodi mafiosi”, un’altra ditta di inerti ha preferito farsi da parte e lasciare il posto. Stessa cosa accaduta in un cantiere a Figline nel marzo dell’anno scorso.