Amianto, Enel condannata per la morte di un operaio. Dovrà pagare 1 milione

Il tribunale di Firenze ha condannato al risarcimento la compagnia per la morte di Rolando Cerri, manutentore elettrico. L'Enel: "Ci riserviamo la possibilità di impugnare la sentenza"

Rolando Cerri con la moglie Giovanna

Rolando Cerri con la moglie Giovanna

Firenze, 28 giugno 2022 - Il Tribunale di Firenze ha condannato l'Enel al risarcimento di oltre 1 milione di euro ai familiari di Rolando Cerri, vittima dell'amianto che si erano rivolti all'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, per portare avanti la loro battaglia e veder finalmente riconosciuti i propri diritti. 

Per la morte dell'operaio, avvenuta nel 2016 all'età di 77 anni, "l'Enel, infatti, ha sempre negato, anche durante il processo - sostiene Bonanni - sia l'esposizione all'amianto dell'uomo, che l'esistenza del nesso di causalità tra il mesotelioma che non gli ha dato scampo e l'ambiente di lavoro, ed anche la violazione degli obblighi relativi alla sicurezza sul lavoro".

L'uomo aveva lasciato la moglie Giovanna e i figli Bernardo e Simone, all'epoca 50 e 45 anni.  Sulla base di una accurata indagine investigativa, l'avvocato Bonanni è riuscito a dimostrare che Cerri, manutentore elettrico per le centrali riunite Marzocco a Livorno, è stato esposto ad amianto nel reparto elettrico nel quale lavorava occupandosi della manutenzione periodica delle turbine coibentate con amianto, quindi a diretto contatto con la fibra killer, per vent'anni, dal 1966 al 1986

"I testimoni, riferisce sempre il legale con un comunicato, hanno dichiarato anche che il materiale tendeva a sbriciolarsi e che nessuno dei lavoratori indossava mascherine protettive, che non esisteva un impianto di aereazione, né aspiratori". Secondo i giudici l'Enel non è riuscita a dimostrare di aver posto in essere tutte le cautele necessarie per impedire il verificarsi del danno per cui, si legge in sentenza, si ritiene "dimostrata la sussistenza di un nesso causale tra le condotte omissive della convenuta (Enel, ndr), e la patologia che ha causato il decesso di Rolando Cerri".  Per questo la società è stata condannata a corrispondere ai familiari per il risarcimento del danno la somma di 904.325 euro, a cui vanno aggiunti gli interessi legali dalla data del decesso.

"Vittoria piena" per Bonanni e l'Ona, che da anni sono al fianco delle vittime dell'amianto che, "non solo patiscono la malattia e in tanti casi, purtroppo, la morte di un loro congiunto, ma che sono poi lasciate sole. La legge prevede invece per loro un giusto risarcimento per le pene sofferte, anche se, per ottenerlo, sono quasi sempre necessari lunghi ed estenuanti procedimenti giudiziari".

"Giustizia è fatta! C'è da chiedersi le ragioni per le quali l'Enel si ostini a non risarcire il danno in caso di morti di amianto, tanto più quelli di mesotelioma per cui è stato istituito lo sportello di assistenza", commenta Bonanni. La questione del rischio amianto nel settore di produzione e distribuzione di energia elettrica "risulta anche dal ottavo Rapporto ReNaM con un elevato numero di casi di mesotelioma. Infatti, sono 367 i casi di mesotelioma che solo la punta dell'iceberg poiché l'amianto provoca anche altre malattie, tra le quali l'asbestosi, il tumore del polmone, della laringe, della faringe e degli organi del tratto gastro-intestinale".

La risposta di Enel

In relazione alla sentenza emessa dal Tribunale di Firenze, Enel precisa, con un comunicato, "di avere sempre adottato le misure di protezione e di salvaguardia inerenti le condizioni di lavoro nel rispetto della normativa nel tempo vigente". Enel "si riserva ogni più opportuna valutazione ai fini di una possibile impugnativa della sentenza".

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