OLGA MUGNAINI
Cronaca

Con Eliasson tra luci, specchi e colori

A Palazzo Strozzi la mostra dell’artista islandese-danese, dove il pubblico è co-protagonista delle installazioni

di Olga Mugnaini

"Mi piace pensare che l’opera d’arte consista nella qualità dell’esperienza di chi la guarda. Vorrei che foste voi a contribuire, insieme allo spazio che la ospita, a modificare l’opera stessa".

E’ per questo che Olafur Eliasson accoglie il visitatore a Palazzo Strozzi con la grande installazione del cortile, "Under the wheather", una struttura ellittica di undici metri sospesa a otto metri di altezza, che crea un effetto di interferenze visive pensate per destabilizzare la rigida architettura rinascimentale. L’enorme disco mette in discussione la percezione di struttura stabile e immutabile, e cambia con lo spostarsi di chi la guarda.

Non a caso l’artista islandese-danese è uno dei più visionari e originali interpreti del mondo contemporaneo, attraverso scultura, pittura, fotografia, video, installazioni e raccontare il movimento, l’esperienza vissuta, i suoi sentimenti e quelli delle comunità.

La Fondazione di Palazzo Strozzi ha presentato ieri la mostra "Olafur Eliasson. Nel tuo tempo", curata dal direttore Arturo Galansino, che abbraccia tutti gli spazi dell’edificio, dai sotterranei della Strozzina fino al piano nobile, per quella che è la più grande personale in Italia, dedicata all’artista "della luce e del movimento", che da vent’anni utilizza gli elementi della natura quali soggetti per richiamare l’attenzione del mondo, tra le altre tematiche, sulle emergenze ambientali.

"Ho scelto la parola tempo per il titolo della mostra perché in italiano ha un doppio significato – spiega Eliasson –: tempo cronologico e atmosferico. Anche se è soprattutto un invito a rallentare, a riappropriarsi ognuno del proprio tempo, a decidere se stare dentro o fuori, a riconsiderare il modo di vedere il mondo, a cominciare da questi spazi".

Palazzo Strozzi è infatti il co-protagonista dell’esposizione, dove tutti gli elementi architettonici e specialmente le finestre, entrano nel processo creativo.

Luci, schermi, specchi e filtri colorati. Come nell’opera "How do we live together" (2019), costituita da un grande arco metallico che invade in diagonale lo spazio di una sala con soffitto rivestito da uno specchio.

"Nel 2015 Olafur visitò per la prima volta gli spazi di Palazzo Strozzi e rimase colpito dalla architettura rinascimentale - racconta Galansino –, cominciando così una lunga conversazione tra lui e il palazzo quattrocentesco, un dialogo complesso il cui senso si riassume nella esposizione odierna".

L’installazione ‘Solar compression’ (2016), è invece un disco circolare sospeso, specchiante su entrambi i lati, in costante movimento, che emana dall’interno una luce gialla che inonda l’ambiente. La stessa luce è nella ’Room for one colour’, dove in uno spazio totalmente vuoto la percezione degli spettatori è alterata dall’immersione nella luce di lampade monofrequenza che trasforma tutti i colori in sfumature di grigio, giallo e nero. Nel percorso anche un’opera iconica della carriera di Eliasson, ‘Beauty’ (1993) che riproduce un arcobaleno grazie alla luce proiettata, rifratta e riflessa dalle gocce d’acqua in cui il pubblico può immergersi.

"Nel tuo tempo è un incontro tra opere d’arte, visitatori e Palazzo Strozzi - conclude l’artista –. Questo straordinario edificio rinascimentale ha viaggiato attraverso i secoli per accoglierci qui, ora, non come semplice contenitore ma come co-produttore della mostra".

La mostra si chiude nella Strozzina con un’opera che utilizza la realtà virtuale: indossando un visore il pubblico entra in un mondo digitale da esplorare.

Da domani fino al 22 gennaio.

Per l’occasione è stato aperto lo spazio Maria Manetti Shrem Educational Center, grazie alla donazione della filantropa italo-americana, con l’allestimento di Archea.