Combattere la povertà educativa. L’affido culturale per bimbi fragili

Il progetto permette di essere genitori per un giorno e portare i ragazzi in difficoltà a eventi e spettacoli .

Combattere la povertà educativa. L’affido culturale per bimbi fragili

Combattere la povertà educativa. L’affido culturale per bimbi fragili

Si può diventare genitori, zii, nonni solo per qualche ora di un bambino o un ragazzino per portarlo a vedere una mostra, uno spettacolo un concerto a cui altrimenti non potrebbe assistere.

Il progetto di affido culturale lanciato dal Comune di Bagno a Ripoli con il Centro affidi di Grassina, la cooperativa Di Vittorio (che lo gestisce) e la Società della salute sud-est è un invito a darsi la mano tra adulti e ragazzi e a vivere insieme un’esperienza edificante, divertente, creativa.

Si tratta di un affido temporaneo: una mezza giornata per stare insieme, poco più del tempo di uno spettacolo, di un concerto, di un laboratorio creativo. Beneficiari sono bambini e ragazzi le cui famiglie sono in difficoltà o non possono permettersi di farli partecipare ad eventi importanti per la loro crescita anche emotiva.

Il progetto si chiama "Vengo anch’io? Ti porto io!" e, anche se ha la durata di qualche ora, i benefici – dicono gli esperti – possono diventare duraturi: sono occasioni per trasmettere ai bambini la passione per la cultura e la bellezza, per contrastare la povertà educativa, per intrattenere in momenti piacevoli, edificanti e sereni.

Possono aderire singole persone o famiglie, coppie con o senza figli, pensionati e lavoratori a titolo volontario: si mettono a disposizione per accompagnare bambini dai 6 ai 13 anni a vedere una mostra, al museo, a teatro o ad un laboratorio creativo. In questa fase si arruolano gli accompagnatori volontari: le candidature saranno valutate da Comune e Centro affidi. Chi verrà selezionato, dovrà seguire un breve corso preparatorio per essere pronto e formato.

"Creiamo una vera e propria rete socio-culturale, nuovi legami tra le famiglie, nuove occasioni di socializzazione, rappresentando al meglio cosa significhi prendersi cura degli altri, in questo caso dei più piccoli partendo dalla cultura" sottolinea il sindaco Francesco Casini. Per l’assessore al sociale Eleonora Francois "il progetto dà una nuova visione di welfare: non solo bisogni socio-economici delle famiglie fragili, ma educativi e culturali, anch’essi indice di qualità della vita, benessere e opportunità".

Per candidarsi, tel 055.645093 o [email protected].

Manuela Plastina