FRANCESCO MARINARI
Cronaca

Clet, l’arte in contravvenzione Multa live: "Ma io non deturpo"

Verbale in diretta della polizia municipale mentre crea uno dei suoi celebri segnali stradali. Per il suo Uomo Comune ha subito anche un processo. "Sono un artista, non un imbrattatore"

di Francesco Marinari

"Sono un artista, non sono un imbrattatore". Multa in diretta, sotto l’occhio delle telecamere de La Nazione, per Clet Abraham, il noto street artist di origini francesi che vive a Firenze. Conosciuto per le modifiche che apporta ai cartelli stradali, apponendo degli adesivi e giocando con i simboli del codice della strada.

Un’attività che dalla legge non può che essere considerata al limite della legalità, andando ad intaccare quelle che sono proprietà comunali.

Ma i cartelli modificati di Clet sono ormai anche oggetti di arte moderna che possono arrivare a valere anche alcune migliaia di euro. La diatriba con il Comune di Firenze va avanti da tempo. E nella mattina di ieri, mentre il videomaker de La Nazione Michele Coppini stava raccontando il personaggio Clet, i vigili urbani hanno fermato l’artista.

Elevandogli, come già accaduto in diverse occasioni, una multa per aver, come si legge dal verbale, "Reso inutilizzabile la segnaletica di divieto di accesso". Nello specifico, in via Calzaiuoli, Clet aveva apposto uno dei suoi adesivi raffigurante in questo caso un uomo stilizzato che beve a un ipotetico bancone rappresentato dalla striscia bianca su sfondo rosso del divieto di accesso. Clet ha apposto ieri diversi dei suoi adesivi. Su segnali stradali tutti ad altezze considerevoli. Per questo ha utilizzato una scala, che ha portato con sé in giro per il centro storico.

I vigili urbani hanno visto le manovre e sono intervenuti, in questo modo assolvendo in pieno al loro dovere nel sorvegliare la cosa pubblica. Ne è nato un battibecco, che non è mai trasceso ma che è sempre rimasto nei canoni della civiltà. Clet ha rifiutato la multa, sulla quale è scritto, come si legge sempre dal verbale, “imbrattava la segnaletica stradale”. "Io non imbratto. Non mi sognerei mai di insultare un vigile urbano e dunque gli agenti non devono insultare me. Non sto imbrattando ma le mie opere hanno un valore".

La multa è stata di 40 euro, che diventano 29 se verrà pagata entro i canonici cinque giorni. Ma l’opera “creata” ieri mattina da Clet potrebbe già valerne duemila.

La vicenda rappresenta l’eterna contrapposizione tra street art e tutela della cosa pubblica: un movimento che ha esponenti anche molto importanti, con opere quotate a livello altissimo come quelle del celebre Banksy. Ma per la legge, come si sa, colorare le pareti dei palazzi o intervenire sui cartelli stradali non è lecito.

Le opere di Clet, che ha una bottega in San Niccolò, sono conosciute in molte parti d’Europa, compreso l’Uomo comune che resiste, perfino dopo i processi, sul ponte alle Grazie.

E durante la mattinata in cui La Nazione ha raccontato la vita di Clet non sono state poche le persone che lo hanno fermato chiedendogli una foto. I prezzi delle opere di Clet sono in alcuni casi anche piuttosto alti. Un divieto di accesso modificato con un uomo stilizzato che “scolpisce” la striscia bianca è quotato 2690 euro sul web. Stessa cifra o poco più per un divieto di sosta in cui la striscia rossa obliqua diventa una cintura che si apre.