
La revoca della cittadinanza a Benito Mussolini ha animato la discussione in consiglio comunale a Castelfiorentino. L’attribuzione risale al lontano 18 maggio 1924, quando il Duce era presidente del consiglio dei Ministri. Tutto è partito dalla mozione congiunta presentata dai gruppi consiliari Pd, Cittadini a sinistra, Noi per Castello, Movimento 5 Stelle, dove era stata esclusa la Lega. Il partito del Carroccio non sarebbe stato neppure messo al corrente del documento che è stato poi approvato nell’ultimo consiglio comunale.
A spiegare la vicenda è la capogruppo della Lega, Susi Giglioli. "Nessuno ci ha interpellato per chiederci di aderire alla mozione – dice Giglioli – e pensare che il giorno prima c’era stata anche la riunione dei capigruppo. Durante la discussione in consiglio abbiamo scoperto che non c’era stata presentata perché tanto si sapeva che noi non l’avremmo votata. A me questo sembra un pregiudizio ideologico. Comunque avevano ragione – prosegue Giglioli - Non abbiamo partecipato al voto e lo ridiciamo per l’ennesima volta: la storia non si cancella, si approfondisce, si studia, serve da ammonimento per il futuro, ma non si cancella. Rimangono edifici costruiti in epoca fascista ancora in uso. Con questa logica che si fa? Si buttano giù? La cancellazione della cittadinanza onoraria non produce effetti giuridici perché decade con la morte del soggetto, che in questo caso è morto da diversi anni. Condividiamo i valori della Costituzione che già tramite le sue leggi rinnega il fascismo. Qualsiasi mozione strumentalmente ideologica - conclude - noi non l’abbiamo mai votata e mai la voteremo".