
di Ylenia Cecchetti
Pezzi di stoffa colorata sparpagliati qua e là come coriandoli tristi. Della bandiera arcobaleno che rappresenta la pace non restano che brandelli. E non è un caso isolato. In appena due settimane salgono a tre gli episodi di oltraggio a questo simbolo che, in queste settimane di guerra, ha un valore ancora più significativo. Succede alla sede dell’Auser di Montelupo Fiorentino dove ieri mattina, intorno alle 8, l’ennesima "bravata" ha lasciato i soci volontari davvero con l’amaro in bocca.
"Mi hanno chiamata per segnalare l’accaduto - racconta affranta la presidente dell’associazione Annalisa Nozzoli insieme al vicepresidente Mario Frosini - Della bandiera arcobaleno della pace che avevamo sistemato sulla porta non restava più niente. Qualcuno si è accanito con un temperino. Non so se sia stata una ragazzata, ma come si fa ad infierire, di questi tempi, sul valore della pace?". Quel che aggiunge amarezza al dispiacere è che la bandiera, delle dimensioni di 60 x 90 centimetri, era stata sistemata sulla porta in sostituzione di un manifesto, anche questo con i colori della pace e anche questo trafugato.
"Del cartellone con i colori della pace è rimasto solo un residuo di scotch. Chi l’ha sfilato ha ripulito senza lasciar traccia del suo passaggio". E ancora, 15 giorni fa è stata la volta della bandiera che era stata issata sull’asta del trittico, accanto a quella dell’Italia e dell’Auser. Uno dei ganci che reggono il bastone portabandiera è stato piegato in due ed è stata portata via la bandiera che c’era appesa.
"Qualche volta i ragazzi passano - dice ancora la presidente Nozzoli - suonano al campanello per gioco e scappano. Magari l’hanno presa senza dar peso al gesto e ho pensato, per questo, di restare in silenzio sostituendola con una nuova. Ma al terzo episodio in così pochi giorni non si può più parlare di una casualità. Sulla guerra tra Russia e Ucraina si possono avere opinioni diverse. La pace però è un bene universale e non si tocca". Auser è tra le associazioni che si sta impegnando sul territorio con iniziative di raccolta fondi a favore del popolo ucraino. Non ci sono ipotesi su chi possa essere l’autore del gesto, ma i soci amareggiati, lanciano un messaggio. "Ci interroghiamo. Forse abbiamo fatto troppo poco per educare e diffondere la cultura della pace. Ci auguriamo sia solo il gesto di una mente fragile che nutre antipatia verso la nostra associazione. Se così non fosse, ci chiediamo perché prendersela con un simbolo che in questo momento rappresenta tutti noi".
L’invito è quello al dialogo. "Pensaci bene - conclude la presidente Nozzoli indirizzandosi direttamente allo sconosciuto responsabile dell’offesa - Se hai dei figli, se sei ancora giovane o se hai una certa età, c’è sempre l’occasione per parlarne insieme, riflettere, capire. Forse il tuo è stato un gesto di rabbia e di rancore, tutti sentimenti che non portano a niente. Tagliare una bandiera non risolverà il tuo avercela con il mondo. Il dialogo, magari invece aiuterà".