
di Emanuele Baldi
Un anno grossomodo alle comunali per la poltrona più chic di Palazzo Vecchio e una distesa di punti interrogativi (parecchi avvelenati) nella pancia politica della città. L’orizzonte è gravido d’incognite come il cielo di questi giorni e gli incastri del posibile puzzle delle griglie di partenza complessi come non mai. Sia a sinistra che a destra.
Procediamo per gradi. In casa dem l’aria è pesantuccia nonostante i sorrisi di facciata. Il ciclone Schlein ha sparecchiato gli equilibri del Pd locale che ora sta lentamente cercando di ritrovare un assetto. Prima del voto della segreteria nazionale dei democratici Sara Funaro, in quota nardelliana, era il nome di punta come papabile candidata sindaco per il 2024. Inevitabile però il suo ridimensionamento nei giochi dopo la batosta che si è abbattura sulla testa dei bonacciniani. L’assessore al sociale è però una figura tosta e ha un peso specifico non da poco in città. Fa insomma parte ancora della partita. Una partita nella quale sembra essere entrata prepotentemente in campo (nonostante il profilo defilato) anche la segretaria regionale della Cgil Paola Galgani, gradita pare a Elly Schleyn e alla sinistra Pd ma che aprirebbe ad altri spazi al centro ’spaventando’ i moderati dem. Circola anche, per dire, il nome dell’assessore regionale Monia Monni che ambirebbe alla poltrona.
Tuttavia per alcuni dell’ambiente Galgani e Monni sarebbero solo candidature tirate in ballo dalla ’sinistra’ del partito per mettere alle strette il sindaco e fargli intendere, insomma, che la scelta si fa sedendosi a un tavolo tutti insieme e cercando di non sbilanciare l’asse moderati-riformisti.
E la Del Re? L’ex assessore, defenestrata da Nardella per la sua apertura al passaggio del tram al Duomo (posizione che sulla carta ostacola anche un suo eventuale trasferimento armi e bagagli a Italia Viva, che molti vanno ventilando), ha campo libero, al momento può giocare da sola pur continuando a battere i pugni per le – a oggi improbabili – primarie del Pd. Il suo consenso in città è vastissimo e potrebbe essere messo in discussione solo da un’altra campionessa di preferenze, la renziana Stefania Saccardi, in caso di (difficili anche queste) primarie di coalizione.
Altro retroscena: circolerebbe un sondaggio interno che darebbe a oggi il Pd al 32% (vicino al 40% con le altre forze di sinistra), il centrodestra al 25% e i renziani addirittura vicini al 20%. Ecco perché potrebbe spuntare, a sorpresa, un nuovo nome nella mischia, quello del sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che di recente ha sposato la causa renziana. E se, dicono i maligni, il leader di Italia Viva lo volesse lanciare in pista come "l’uomo che ha fatto fare il Viola Park contro il sindaco che non è riuscito a fare il restyling del Franchi?".
Tastiamo il polso al centrodestra. Finora bocche cucitissime anche se una tendenza viene confermata da più parti. Mentre in passato quasi nessuno della società civile se la sarebbe sentita di ’bruciarsi’ nella battaglia impari con il Pd oggi, annusando aria di sfida aperta, le autocandidature non mancherebbero. Difficile che le riserve vengano sciolte prima dell’autunno e comunque, numeri alla mano, l’ultima parola spetterà a Fratelli d’Italia. A proposito: in tanti dicono di notare un certo dinamisco sia da parte del coordinatore cittadino Jacopo Cellai che del senatore Paolo Marcheschi.