
Nasce l’Agenzia regionale del lavoro con 53 uffici periferici
Firenze, 12 maggio 2018 - Centri per l’impiego, la rivoluzione bussa alla porta. Nasce l’Agenzia regionale del lavoro: un passo concreto per fare incontrare domanda e offerta. La Regione Toscana, infatti, ha in pancia una legge con la quale le 417 persone attualmente alle dipendenze delle Province e della Città metropolitana – che dal gennaio sono in ‘avvalimento’ dell’ente regionale – saranno trasferite alla neonata Agenzia regionale del lavoro. Cosa che avverà alla fine di giugno, dopo il primo tentativo di far partire un’Agenzia allo scopo di rendere veramente funzionante il servizio, fatto nel 2014, quando però l’attuazione della norma venne sospesa, in attesa della definizione delle competenze sul lavoro a livello nazionale.
Ma ora ci siamo. Con la delibera, su proposta degli assessori al lavoro Cristina Grieco e al personale e organizzazione Vittorio Bugli, che è passata al vaglio della giunta nell’ultima seduta e ora si inoltra in consiglio per l’approvazione, verranno anche avviate le procedure di stabilizzazione dei circa 100 dipendenti a tempo determinato. Una questione che non ha mancato di sollevare qualche perplessità: c’è chi teme che imbarcare un numero così elevato di dipendenti e di stabilizzare il centinaio di precari dei Centri per l’impiego, possa essere una manovra azzardata. Anche se i soldi per il mantenimento arrivano anche dallo Stato. Alla Regione Toscana, infatti, nel riparto dei fondi dello Stato, sono stati assegnati 18 milioni circa per i dipendenti a tempo indeterminato e circa 4 milioni e mezzo, per la stabilizzazione dei lavoratori precari.
In ogni caso l’Agenzia gestirà 53 punti dislocati in ogni zona della Regione, fra centri per l’impiego e servizi sul territorio. Alla Regione spetterà i compito di coordinamento e programmazione delle politiche per il lavoro. E qui si inserisce la rivoluzione del governatore Enrico Rossi che vuol precedere, facendone un modello nazionale, quella che sarà proposta dal leader pentastellato Luigi Di Maio che l’ha messa ai primi punti da realizzare per il governo nascente.
Certo che il modello toscano dei centri per l’impiego non nasce oggi. Da tempo la Regione ha infatti avviato un processo di riorganizzazione e di potenziamento dei servizi, adeguandosi agli orientamenti comunitari e agli adempimenti dettati dalla riforma del lavoro.
I centri per l’impiego non si occupano più solo dell’incrocio domanda offerta, ma forniscono servizi nel campo dell’orientamento professionale, della valutazione delle competenze, della definizione dei profili, della consulenza specialistica ai lavoratori (soprattutto alle persone con maggiori difficoltà di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro) ma anche ai datori di lavoro e alle imprese, supportandoli nella definizione dei fabbisogni professionali e ricerca del personale. I centri per l’impiego toscani ricevono mediamente 300mila utenti l’anno e 17mila imprese, cui erogano rispettivamente quasi 1 milione di interventi di politica attiva e 30mila servizi di consulenza.
Ora alla soddisfazione degli utenti e registrata da due indagini Irpet effettuate nel 2017, si intende aggiungere la marcia in più: comolice la ripresa, la sfida dell’Agenzia sarà quella di ridurre le percentuali di disoccupazione con una politica attiva.