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Caucci von Saucken: "Un percorso di penitenza che si è trasformato nel tempo in meta turistica"

Le restrizioni hanno però portato a riscoprire gli aspetti più spirituali dell’itinerario

Il professor Paolo Caucci von Saucken, presidente del Centro Italiano di Studi Compostellani e del Comitato Internazionale di Studi del cammino di Santiago, già professore universitario di lingua e letteratura spagnola a Perugia, continua a seguire il Cammino di Santiago proponendo lezioni su invito attraverso piattaforme.

Nel tempo c’è stato un cambiamento nella finalità del cammino?

"Il Cammino è nato come un pellegrinaggio spirituale, “penitentiae causa”. Con il passare del tempo è diventato poi una meta turistica a livello globale, ‘di moda’, come testimonia la numerosa la produzione letteraria".

Diminuiscono le visite?

"Nel 2020 pochissimi sono stati i pellegrini che non hanno rinunciato. Se con la pandemia il numero è diminuito drasticamente, è però rinato l’originario carattere di penitenza del Cammino".

Quali sono i periodi di maggiore affluenza?

"Estate e autunno. A metà del percorso vi sono aree maggiormente secche, a differenza dei territori costieri che presentano un clima più mite e una più ricca vegetazione. Durante la pandemia i mesi con il maggior flusso di pellegrini sono stati giugno, luglio e agosto, quando il contenimento era minore".