Cattedropoli e procura, scorrono i veleni

Firenze, invidie e omissioni: i retroscena dell’inchiesta genovese. Due indagati e la ‘talpa’

Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo

Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo

Firenze, 4 maggio 2019 - Si susseguirono esposti, anche dopo una prima archiviazione, ma nessuno indagò più. Perfino i «baroni» di Careggi, intercettati, parlavano senza remore o timori di amicizie e protezioni per quel loro collega sempre lontano dai guai. E in effetti, Giuseppe Spinelli, il chiacchierato chirurgo protagonista (involontario) di un’appendice di «cattedropoli» che rischia di essere più roboante della prima, di grane giudiziarie non ne ha avute mai. E non ne ha tutt’ora. Ma qualcuno, un interno alla procura di Firenze, ha avvisato i colleghi di Genova, competenti per i reati commessi (o subìti) dai magistrati, che dentro quello stesso ufficio non era possibile indagare a fondo sul dottor Spinelli.

E’ dunque questo «tappo» l’oggetto dell’inchiesta, con almeno due indagati, che fa tremare la procura fiorentina guidata da Giuseppe Creazzo, finita sotto i riflettori nazionali, nei mesi scorsi, anche per il roboante arresto dei genitori di Matteo Renzi. Sono giorni febbrili, l’indagine del Gico della guardia di finanza del capoluogo ligure è in pieno fermento. Per tutto il pomeriggio, si sono addirittura rincorse voci di perquisizioni al palagiustizia, poi dissolte. Ma la «polpa» dell’inchiesta genovese è tutta concentrata in un paio di date «clou» del giugno dell’anno scorso. E’ il 27 giugno quando, secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e del pubblico ministero Sabrina Monteverde, cristallizata nelle poche carte circolate sinora, si consumano reati pesantissimi, in concorso fra almeno due persone, certamente pubblici ufficiali: concussione, falso ideologico, omessa denuncia di reato. Qualche giorno prima, il 19 giugno, si sarebbe consumata un’omissione d’atti d’ufficio. Ma cosa sta succedendo in procura in quei giorni? In piena ebollizione c’è proprio quell’inchiesta in cui il nome di Giuseppe Spinelli riecheggia spesso, sui concorsi pilotati alla facoltà di medicina di Careggi. La guardia di finanza – ma di Firenze – capta alcuni colloqui in cui l’oggetto è Spinelli: la sua presidenza dell’Att, l’associazione che lotta contro i tumori e raccoglie volti noti e influenti in città, i dubbi sul suo concorso da primario vinto, le amicizie importanti.

Il più accanito è il chirurgo plastico Marco Innocenti, estraneo all’inchiesta in corso ma intercettato (in aprile) perché al telefono con l’allora prorettore Bechi. «Comunque io penso che, insomma, noi siamo andati da Rocco Damone (direttore generale di Careggi, indagato). C’è chi è andato da... qualcosa si sta muovendo, nell’ombra, per la magistratura la sua... il suo dossier ora è nelle mani giuste! Vediamo cosa gli succede, eh, al nostro amico Fritz!».

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