Editoriale

Castelfiorentino, terra di parroci molto speciali

Firenze, 19 aprile 2024 – Castelfiorentino è entrato, ormai, nella storia della Chiesa italiana degli ultimi 70 anni. Tre vescovi sono stati o proposti di Castelfiorentino o là residenti. L’ultimo è il nuovo arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, la cui famiglia è originaria del comune valdelsano, anche se lui è nato a Viareggio nel 1969.

Bianchi, vescovo ausiliare di Firenze col cardinale arcivescovo Ermenegildo Florit, è stato proposto di Castelfiorentino nel secondo dopoguerra. Il cardinale arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli è stato per 20 anni proposto di Castelfiorentino e ora c’è l’arcivescovo eletto Gherardo, la cui famiglia risiede proprio a Castelfiorentino.

Inoltre alla propositura di questa cittadina si sono avvicendati monsignor Giuliano Nencioni, già segretario del cardinale Florit, monsignor Marco Viola, oggi priore mitrato di San Lorenzo a Firenze, e don Alessandro Lombardi, proposto della cittadina dei vescovi, che fu segretario del cardinale arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli.

Come mai tante figure illustri ai vertici della Chiesa fiorentina sono passate da Castelfiorentino? C’è sempre stato un rapporto speciale in questa cittadina della Valdelsa, dal 1945 governata dai comunisti e dai partiti discendenti da questa formazione politica, col mondo cattolico. Lo stemma del Comune di Castelfiorentino, per inciso, è uguale a quello di Firenze: giglio rosso in campo bianco. Un cristiano cattolico, in questa comunità, doveva confrontarsi con quelli che non credevano o dicevano di non credere in Dio. Una terra di missione in provincia di Firenze, che ha risentito dell’influsso della testimonianza cristiana di Giorgio La Pira.

Perciò ci sono stati preti di frontiera che hanno saputo testimoniare il loro sacerdozio con onore in ogni luogo dove sono stati chiamati. Come un altro prete di Castelfiorentino, oggi pievano a Montelupo, don Paolo Brogi, che, quando era segretario del cardinale Betori, fu ferito in un agguato con un colpo di pistola allo stomaco. Ecco perché i preti che sono passati da Castelfiorentino sono considerati in modo speciale anche a Roma.

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