REDAZIONE FIRENZE

Casa Humanitas ha un altro sogno nel cassetto

Dopo cinque anni di attività si punta all’espansione: "Vogliamo aiutare più ragazzi, incontreremo la Regione"

Casa Humanitas ha un altro sogno nel cassetto

Cinque anni di Casa Humanitas. Il primo centro di assistenza per la disabilità della Toscana che punta al dopo di noi, gestito dalla fondazione Ora con noi, spegne cinque candeline. Con un obiettivo importante: dare una speranza di indipendenza non solo ai disabili, ma anche alle loro famiglie, soprattutto in chiave futura. La fondazione Ora con noi, guidata da Giuseppe D’Eugenio, ha alla vicepresidenza l’infaticabile Patrizia Frilli, che alla guida del Cui, è stata l’anima dell’iniziativa. Oggi Cui, fondazione, istituzioni fanno rete per dare ancora più servizi, ma cinque anni fa? "Cinque anni – ricorda Patrizia Frilli – siamo partiti con un sogno. Vederlo realizzato ci fa pensare a quello che abbiamo fatto, ma anche quello che vorremo fare. Sono tanti i soggetti che dobbiamo ringraziare: a cominciare da Ikea che decise di arredarci la casa, la fondazione Il cuore si scioglie che ci ha sostenuti, le associazioni che in questi anni hanno permesso ai ragazzi di vivere in maniera dignitosa".

Da maggio 2018, lo spazio di Badia a Settimo è diventato pienamente operativo nel 2019. Poi è arrivato il covid. Come l’avete gestito? "Abbiamo messo tutti insieme – ha aggiunto Patrizia Frilli – i primi cinque ospiti di Casa Humanitas con i cinque ragazzi della casa viola del Cui. Sono rimasti in isolamento, ma hanno potuto anche socializzare. In mezzo a tante difficoltà sono rimasti sereni".

E adesso? "Attualmente – dicono Frilli e D’Eugenio – in casa ci sono dieci persone. Pensiamo di aggiungere un undicesimo posto; sono in atto le procedure. Nella casa ci sono attività di socializzazione, corsi di cucina e yoga, stiamo facendo fare dei lavoratori all’interno, cucina, yoga. Ultimamente abbiamo vinto il bando di Publiacqua che ci ha permesso di organizzare un corso in piscina alle Bagnese. Per fare questo abbiamo acquisito pagandolo non poco anche un sollevatore, visto che quello precedente che era nell’impianto sportivo era stato praticamente distrutto nel corso della precedente gestione".

E il futuro? "Allargare il cerchio – ha detto ancora Patrizia Frilli – stare più vicino alle famiglie grazie al supporto psicologico e lavorare su nuovi spazi, nuovi appartamenti per aiutare più ragazzi. A breve incontreremo la Regione. La prima cosa che chiederemo sono regolamenti meno rigidi, meno burocrazia. E poi un aiuto concreto. Per far vivere sereno non solo chi ha una disabilità, ma alleggerire il fardello emotivo anche delle famiglie".