"Care donne, mai più compromessi su storture e ingiustizie che ancora ci feriscono"

"Care donne, mai più compromessi su storture e ingiustizie che ancora  ci feriscono"
"Care donne, mai più compromessi su storture e ingiustizie che ancora ci feriscono"

Il significato oggi dell’8 marzo?

"Difficile dirlo – riflette Gaia Nanni, attrice fiorentina –. Per alcuni saranno mimose e cioccolatini, per altri una giornata in più di militanza sui grandi temi. Io, ottimista inguaribile, la vedo come una giornata fertile per ribadire, insistere, forzare la mano su tutto quello che ancora non ci torna e ci ferisce. Sarebbe bello se questo 8 marzo, ognuna a modo suo, provasse a cambiare qualche compromesso, qualche stortura che rimandiamo di affrontare da troppo tempo. Adoro le rivoluzioni che nascono dalle piccole cose: che sia un’occasione per pensarci su e per rinascere insieme".

Ma ha senso continuare a festeggiare le donne come categoria a parte? Non è discriminante?

"Il più bel risultato sarebbe svegliarci un giorno e capire che non esiste più un assessorato alle pari opportunità perché ha esaurito la sua funzione, sarebbe mettere in soffitta il pallottoliere per contare le quote rosa. Raggiungere finalmente una parità di genere. Ancora oggi siamo una categoria, pure bella precisa, in cui sembra impossibile non pensarci solo madri, ipotizzare di scegliere tra lavoro e figli, ipotizzare di scegliere addirittura di non fare figli. Ma possiamo anche concentrarci sulla violenza di linguaggio che ancora subiamo sui social in quanto donne. Basta accendere un cellulare, basta ricordare il trattamento subito dall’atleta Linda Cerruti dopo la foto in costume con le medaglie, questo perché “Quando una donna si espone, quando una donna parla, non si attacca quasi mai nel merito (ben venga, quando succede) ma si sposta la questione sulla persona o sul metodo: è narcisista, è stupida, non ha i titoli, è bruttavecchiavarie ed eventuali, lo fa per i soldii likel’engagement”, dice bene Vera Gheno. L’unica rivoluzione possibile è una rivoluzione culturale..."

Nel mondo dello spettacolo c’è ancora disparità di trattamento tra maschi e femmine?

"In Italia drammaturghe e registe sono solo il 30% e non troviamo ad oggi nessuna donna che tra i teatri nazionali ricopra un ruolo direttivo. Mi piacerebbe tremendamente essere diretta da una donna, e il fatto che in 15 anni di carriera non mi sia mai capitato un pò racconta anche i numeri delle posizioni ricoperte dalle donne nel mondo dello spettacolo".

Giochiamo. All’improvviso lei diventa una maga: quale ingiustizia che affligge le donne risolve per prima?

"Da attrice che vuole fare carriera dovrei tacere quanto sto per dire, ma da donna mi pare imperdonabile non dirlo. Credo si debba partire dai modelli femminili di rappresentazione nel mondo dello spettacolo. Credo che si debba ripartire da ciò che le nostre bambine possono desiderare di diventare da grandi. Attingere a una maggiore ricchezza di rappresentazioni e modelli significa, di fatto, immaginare un modello nuovo e quindi cambiare il mondo. Da qui poi scenderei dritta con la mia bacchetta magica su cose più concrete come il congedo parentale, le disparità salariali e su mille altre cose che rendono dura la vita di quelle donne che non accettano di scegliersi solo madri o solo donne".

Simone Boldi