Ruspe inutili, il campo nomadi rinasce

Insediamento rom abusivo al Poderaccio: era stato liberato a giugno

Il campo rom abusivo vicino al Poderaccio era stato smantellato a giugno dopo la morte di Duccio Dini

Il campo rom abusivo vicino al Poderaccio era stato smantellato a giugno dopo la morte di Duccio Dini

Firenze, 15 gennaio 2019 - Sono una quindicina e giorno dopo giorno arrivano nuovi inquilini nella baraccopoli allestita sul greto dell’Arno, non lontano dal campo nomadi del Poderaccio. Sono gli ex abitanti dell’accampamento-satellite a quello di via del Poderaccio, sgomberato dopo la morte di Duccio Dini, il ragazzo di 29 anni travolto e ucciso il 10 giugno scorso durante un inseguimento in auto in via Canova, che da alcuni mesi si sono trasferiti suscitando l’ira dei residenti della zona.

"Anche noi abbiamo diritto a un posto letto – si sfoga il capo del neo insediamento rumeno Penu Vasile – proprio come chi vive dentro il Poderaccio. Più volte abbiamo chiesto un campo per noi rumeni ma nessuno ci ha aiutati". Penu da 13 anni a Firenze ha una ditta sua, raccoglie ferro "e pago le tasse come tutti. Ho moglie e due figli e sarei stato disposto anche a pagare 400-500 euro di affitto ma quando sentono che siamo rumeni – prosegue – nessuno vuole darci la casa. La soluzione ideale sarebbe un nuovo campo per noi, come quello del Poderaccio. Io come gli altri inquilini siamo brave persone, quando viene la polizia noi collaboriamo. Ci dicono che non possiamo stare qui ma allora che qualcuno ci aiuti a trovare una nuova sistemazione".

Intanto, i residenti della zona sono sull’orlo di una crisi di nervi. E puntano il dito contro la baraccopoli abusiva. "Cara Nazione – scrive una abitante – siamo sommersi di rifiuti, incendi, capanne abusive lungo il greto dell’Arno, dalla Cascine, attraversando la passerella pedonale dell’Indiano, sulla destra, lungo i terreni dove la Greve confluisce con l’Arno. Decine di persone con le biciclette, i furgoncini, portano metalli, bruciano materiali di vario tipo a cielo aperto e cominciano a costruire le prime baracche".

Basta affacciarsi per rendersene conto: montagne di sudicio, scarti di lavorazioni. Qualcuno con le maniche arrotolate che cerca di sistemare il tetto di un ‘loculo’. Una coda a un rubinetto per lavarsi e prendere acqua per la cucina. "Siamo la discarica di Firenze – prosegue un anziano del posto - Per carità non sembrano cattive persone. Ma qui prima o poi succede qualcosa".

Sul posto anche una delegazione di Fratelli d’Italia: "Abbiamo trovato una situazione apocalittica – attacca Alessandro Draghi - un enorme falò acceso e cumuli di rifiuti ai lati. Abbiamo scoperto che il campo è abitato da 15 rom, alcuni di loro minori".

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