Cambiano le regole, restano i dubbi "Più liberi in discoteca, perché a scuola no?"

Da oggi allentamenti delle restrizioni anti Covid nei ristoranti, nei supermercati, negli stadi. Resta l’obbligo sui mezzi pubblici. Il provvedimento accolto con soddisfazione ma non mancano le critiche e qualche incertezza. "Troppa discrezionalità"

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di Iacopo Nathan

Mascherine chirurgiche, Ffp2, Green pass base e rafforzato, distanziamento, assembramento e via dicendo, tutte parole entrate nel vocabolario comune, che finalmente potrebbero uscire dalla quotidianità. Da oggi infatti cambiano per la prima volta in modo molto significativo le restrizioni del contagio Covid, con un parziale addio agli strumenti di protezione personale. Addio mascherine nei ristoranti, negozi, supermercati, stadi e uffici pubblici, resta l’obbligo per i mezzi di trasporto sia di lunga distanza che locale, nelle scuole e in mostre e musei. Non sempre però, tra cambi e ripensamenti dell’ultima ora, le novità vengono recepite da tutti i cittadini nello stesso modo, lasciando dubbi e domande che il più delle volte rimangono senza risposta. Basta girare per le vie del centro, in un pomeriggio di sole e prefestivo, per vedere quanto la situazione è variegata. C’è chi è già pronto alle nuove disposizioni, girando liberamente senza mascherina, tirando fuori dalle tasche una vecchia chirurgica stropicciata pochi passi prima di entrare in un locale, e chi ancora è abituato ad indossare l’Ffp2, tenendola anche in spazi aperti come piazze e viali. Siamo andati a chiedere ai cittadini se fossero a conoscenza delle nuove regole, e le risposte sono state le più disparate. "Sono preparatissima, ho studiato stavolta – dice ridendo Lea Mainardi -. Sono felice che da domani non sia più obbligatorio indossare la mascherina in locali, ristoranti negozi e via dicendo, spero che diventi così anche per l’università. Non ha senso andare a lezione con la mascherina, quando le persone si ammassano in discoteca senza protezioni. Devo dire però che sono felice che si sia arrivati a questo momento, ce n’era bisogno". "Io ho capito che nei negozi non devo più indossare la mascherina e non servirà il Green pass per il ristorante, ma non ho capito tutto il resto – meno chiara la situazione per Elisa Masotto -. Forse serviva un po’ più di chiarezza da subito, ogni giorno sembra che cambino idea su cosa fare. A prescindere da cosa altro cambierà, spero che piano piano arriveremo a non usarla più, tornando alla nostra vita normale. Credo che ancora ci siano delle cose che non tornano, mi state dicendo che nei mezzi pubblici bisogna indossare la mascherina, come mai in discoteca no?".

"La mia opinione è che manchi assolutamente chiarezza in questo momento, come dall’inizio – racconta Simona Polidori -. Credo che fin dall’inizio ci sia stata troppa confusione su questo tipo di restrizioni, siamo stati i primi a inserirle e gli ultimi a rimuoverle. Io sono insegnante, tornerò in classe martedì dopo diverso tempo, nonostante io abbia accettato tutte le regole, ma il fatto di obbligare i professori a mostrare il Green pass era inaccettabile. Ho letto che dovremo rientrare con le mascherine, mentre nelle discoteche non c’è questo tipo di obbligo, non capisco davvero il motivo".

"Ho letto più volte le nuove regole, ma non c’è chiarezza – aggiunge Marco Bicchierai -. C’è molto spazio, per quanto riguarda i lavoratori, alla discrezionalità nell’indossare o meno la mascherina. Chi stabilisce cosa è opportuno e cosa no? Lunedì tornerò a lavorare e non so se dovrò usare la mascherina o no, non so cosa dovrò dire alle persone. Poi è naturale che con queste decisioni si cerca di accontentare tutte le parti, dagli imprenditori che devono ripartire a chi ha paura a prendere un treno, ma ci vuole più chiarezza, perché così non si capisce nulla".

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