REDAZIONE FIRENZE

Cajkovskij, un viaggio tra passione e libertà con il Maggio Musicale Fiorentino

Il Maggio Musicale Fiorentino chiude con una serie di concerti d'esecuzione integrale delle sei sinfonie di Cajkovskij, a cura di Daniele Gatti. Si parte stasera con la "Polacca" e si chiude il 1° luglio con la celebre "Patetica". La musica, espressione di passioni e sentimenti senza parole, è un'arte libera, come dimostrano le opere di Cajkovskij.

"Dovrebbe forse la sinfonia non esprimere quelle cose che non hanno parole, tutti quei sentimenti che sbocciano nel cuore e bramano urgentemente di venire alla luce?" Così scriveva Cajkovskij all’amico pianista e compositore Serghej Taneev, per ribadire le ragioni di un’arte dettata dalla supremazia delle passioni sulla forma. E sono i temi, sempre sbocciati dalla libera ispirazione e spesso annotati su un taccuino, a plasmare l’impianto classico con grande libertà. Cajkovskij si dedicò alla composizione delle sue sei sinfonie dal 1866 al 1893, anno della morte. E’ con la loro esecuzione integrale che il Maggio volge al termine. Alla testa dell’Orchestra, sul palcoscenico della Sala Mehta, è ancora Daniele Gatti. Il Ciclo Cajkovskij prende il via stasera alle 20; proseguirà il 28 giugno con le Sinfonie n.2 e 4 per terminare il 1° luglio, con l’esecuzione della Prima Sinfonia insieme alla Sesta, la celebre "Patetica". Il concerto di stasera si apre con la Sinfonia n. 3 op.29, detta "Polacca", che Cajkovskij completò nel 1876: la sola a essere in tonalità maggiore e ad articolarsi in 5 movimenti, dei quali l’ultimo, Allegro con fuoco, è la danza polacca che ne determina il titolo. Nella seconda parte del concerto sarà eseguita La Sinfonia n. 5 op. 64 che, scritta nel 1888 a distanza di ben undici anni dalla precedente, ne riprende il motivo della rassegnazione di fronte al destino.

Chiara Caselli