Caffè al bancone sì. Ma lo bevi fuori Ed è subito mobilitazione dei locali

Giornata convulsa poi la circolare del governo. Contestata anche la novità dell’"asporto in tazza". Sfida al coprifuoco con un sit in annunciato per stasera in piazza Signoria. "Questa è una falsa partenza"

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di Lisa Ciardi

Non si ferma la guerra del caffè e i baristi fiorentini si preparano alla protesta. Dopo una giornata convulsa di circolari, divieti, smentite, anticipazioni e nuovi passi indietro, alla fine è stato chiarito come potrà avvenire il consumo al bancone del bar. "Fino al 31 maggio – si legge nella circolare varata dal governo a fine pomeriggio – relativamente agli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande, il servizio al banco rimarrà possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto". A leggerla alla lettera suona paradossale: sì al servizio al bancone ma solo in presenza di tavoli all’aperto. Le associazioni di categoria hanno però cercato di capirne il significato: in pratica pare che i bar possano allestire spazi all’aperto (tavolini e sedute) per permettere ai clienti, nel rispetto delle distanze di sicurezza, di consumare alimenti e bevande presi al bancone. Non cambierà insomma molto rispetto ai già previsti tavolini esterni, se non che non ci sarà il servizio al tavolo. Si potranno inoltre usare tazze e tazzine in porcellana o bicchieri di vetro: non più solo i contenitori usa e getta imposti fino a oggi. Un "asporto in tazza" che ha fatto infuriare tutti. Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia, ha già annunciato una protesta alle 22.01 di stasera, allo scoccare del coprifuoco, in piazza della Signoria. "Le restrizioni previste dal decreto, oltre a essere ridicole, non sono supportate da evidenze scientifiche – dice -. Se si dà la possibilità ai ristoranti di aprire a cena, bisogna metterli in condizione di lavorare. Chiediamo di essere liberati dal coprifuoco e da misure restrittive che portano a distruggere il tessuto economico". "Siamo all’apoteosi del caos e del nonsenso – commenta Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana – in un giorno si sono susseguite in poche ore comunicazioni che dicevano una cosa e l’esatto contrario. L’ultimo documento ufficiale rasenta il ridicolo. Non si nega la possibilità di servire al banco, che quindi è consentita, ma la si subordina alla disponibilità di tavoli all’aperto. Sfido chiunque a capire il senso di questa disposizione!". "Si è voluto penalizzare un settore senza motivo – continua Aldo Cursano, presidente vicario di Fipe Confcommercio che già ieri mattina, dopo una prima circolare che vietava del tutto il consumo al bancone, poi declassata a bozza, aveva annunciato il ricorso al Tar –. Questa formula penalizza tutti coloro che non hanno spazi all’aperto. Non ci stiamo e faremo sentire la nostra voce". "Avremo una ‘falsa partenza’ – afferma Franco Brogi, presidente Fiepet Confesercenti Firenze – in quanto una buona parte dei pubblici esercizi, che non ha spazi all’esterno, dovrà continuare solo con l’asporto. Le scelte di questo decreto sembrano estremamente punitive, rispetto a quelle adottate in momenti più critici". "È un giallo con i toni della beffa: la riapertura non vale per tutti e a rimetterci sono soprattutto, ancora una volta, le attività di ristorazione sebbene siano sicure – conclude Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze -. Un ristorante, dove vengono seguiti rigidi protocolli e rispettate le regole anti Covid è molto più sicuro di una festa in casa". Proprio le associazioni di categoria stanno lavorando a una manifestazione di protesta per il 1° maggio.

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