Caccia ai nazisti: "Per senso di giustizia"

Caccia ai nazisti: "Per senso di giustizia"

Caccia ai nazisti: "Per senso di giustizia"

È un libro intriso della solitudine dei numeri primi quello scritto da Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte militare d’appello di Roma. Che da solo, e per primo, consapevole che "il dolore non va in prescrizione" e che la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime era stata ignorata per troppo tempo, ha ingaggiato per 20 anni una caccia ai responsabili, sfociata in oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi compiuti dopo l’8 settembre 1943, tra cui Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto. Nel libro "Caccia ai nazisti" (Rizzoli) con la prefazione di Liliana Segre, De Paolis racconta le indagini tra Italia, Germania e Austria, gli interrogatori degli ex SS, i sopralluoghi, gli esami dei testimoni, i processi per far condannare i responsabili. Insomma, ha tolto dall’oblio i fascicoli dal cosiddetto "Armadio della vergogna". Una storia avvincente e intima, presentata a Palazzo Strozzi Sacrati dall’autore insieme al governatore Eugenio Giani e alla direttrice di Qn La Nazione Agnese Pini.

"È un crimine nel crimine quando una vittima non ha giustizia, perchè la si costringe a essere vittima per sempre - ha detto Pini -. Mi ha molto colpito la ’solitudine istituzionale’ di questo lavoro straordinario, fuori cioè dall’ordinario per la sua rilevanza storica, civile, giudiziaria, e soprattutto morale. Che ci restituisce il senso di cos’è la giustizia rispetto a una tra le pagine più oscure, feroci e dimenticate della nostra storia recente. Un libro fondamentale anche per il nostro Paese, perché ha restituito ai cittadini colpiti da quell’orrore la fiducia nei confronti di uno Stato che li aveva abbandonati".

Maurizio Costanzo