Boom di badanti italiane in Toscana, cresciute del 25% in tre anni

Lo dicono i dati registrati dal patronato Acli. Al primo posto restano le donne rumene

Una badante porta a passeggio un’anziana (foto repertorio)

Una badante porta a passeggio un’anziana (foto repertorio)

Firenze, 17 maggio 2017 – Boom di badanti italiane a Firenze e in Toscana. I tempi cambiano e, complice la crisi economica, sempre più donne italiane (e talvolta uomini) sono disposte a fare un lavoro che, fino a qualche anno fa, veniva svolto prevalentemente dagli stranieri. L’aumento delle badanti italiane va comunque di pari passo con la crescita delle badanti in generale, una professione sempre più ricercata in un Paese in cui, grazie a una buona qualità della vita, si invecchia sempre di più.

A fare un quadro dell’assistenza domestica in Toscana, sono le statistiche della banca dati di Acli Toscana su un'indagine condotta sulle richieste rivolte al Patronato della Toscana. Nella nostra regione, le badanti italiane, attivate attraverso il Patronato Acli, erano 305 nel 2015, sono diventate 350 nel 2016 e 396 nel 2017. Un incremento di circa il 25% in soli tre anni, che fa sì che le italiane siano le bandati più numerose dopo quelle rumene. Anche queste ultime, continuano ad aumentare, seppur di poco (dalle 771 del 2015 alle 788 del 2017).

Diminuiscono invece le badanti polacche (passate da 144 a 129 nello stesso arco di tempo) e quelle ucraine, al terzo posto per quantità, che registrano un brusco calo (da 303 a 273). Lievita invece il numero delle assistenti domestiche filippine (da 188 a 210) e quello delle georgiane (da 171 a 190).

Per quanto riguarda la provincia di Firenze, anche in questo caso viene rispettato il trend regionale, con un incremento delle badanti italiane pari al 25% negli stessi tre anni presi in esame. Crescono anche le filippine, le rumene e le peruviane, mentre raddoppiano le georgiane. Complessivamente la richiesta del servizio badanti a Firenze al Patronato Acli, è raddoppiato. “Il lavoro di cura, che era una tradizione dell’Italia di sessanta anni fa, viene oggi riscoperto dalle nostre concittadine in seguito al cambiamento endemico della società, sempre più anziana”. Queste le parole di Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana, che aggiunge: “E’ anche la perdita del lavoro e la disoccupazione che porta molti italiani a ripiegare sui cosiddetti lavori umili”.  

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro