L’assemblea della Conferenza dei Comuni del Medio Valdarno è stata chiamata a scegliere la futura forma di gestione del servizio idrico integrato (acquedotto e fognatura). Dei 30 Comuni presenti, 19 hanno votato a favore dell’affidamento a società mista pubblico-privata (che non esclude la multiutility), dieci hanno invece votato contro mentre uno si è astenuto. Tra i sindaci che hanno votato contro c’è quello di Vaglia, Leonardo Borchi, che spiega le ragioni citando il referendum del 2011, nel quale gli italiani si espressero in favore della ripubblicizzazione dell’acqua e ricordando che nel 2018 fu votata una proposta di proroga della concessione a Publiacqua, che scadeva nel 2021, per ulteriori 3 anni, e quindi fino al 2024. Afferma: "Mi battei contro tale proposta che veniva giustificata con il fatto che Publiacqua doveva fare nuovi investimenti strutturali e che le tariffe, nei tre anni aggiunti, non sarebbero aumentate. Spiegai che dal 2022, a scadenza della concessione ventennale, qualunque fosse il gestore, questo non avrebbe avuto più l’onere di versare ai Comuni i canoni previsti, e che le bollette si sarebbero dovute alleggerire. Alla luce dell’esperienza successiva mi è stato chiaro qual era allora la ragione della proroga: guadagnare tempo per costituire la multiutility toscana relativa ai servizi di energia, rifiuti ed acqua. Cosa poi sia successo alle bollette dal 2022, è sotto gli occhi di tutti: sono aumentate.
Nicola Di Renzone