Chimica, 12 milioni di euro di investimenti in salute sicurezza per le aziende toscane

E' quanto emerge dal bilancio di sostenibilità del comparto chimico toscano al quale aderiscono 24 imprese di Confindustria. Negli stabilimenti più di 42mila ore di formazione, 15 le aziende che nel 2020 hanno raggiunto l'obiettivo 'Zero infortuni'

Nuova Solmine

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Firenze, 17 dicembre 2021 - Producono e mantengono sul territorio grande parte della ricchezza economica generata, investono in ricerca e sviluppo, ma anche in sicurezza: sono le ventiquattro imprese di tutte le Confindustria della Toscana aderenti al comparto chimico toscano che ogni anno rendicontano volontariamente nel bilancio di sostenibilità i dati sociali, ambientali ed economici della loro attività.

Dal bilancio emerge che nel 2020 il valore economico distribuito dalle aziende ai propri stakeholder è stato i circa 1,8 miliardi di euro, mentre quasi 300 milioni sono state le spese sostenute dalle imprese del comparto a beneficio di persone e soggetti del territorio regionale. Agli enti locali e allo Stato hanno versato imposte e tasse per un valore di 23,5 milioni di euro. L’impegno diretto a favore della collettività, con contributi economici e sponsorizzazioni per iniziative territoriali, è stato di circa 2,1 milioni di euro, quasi il doppio rispetto al 2019.

Gli addetti totali sono 3.654, di cui di cui 2.220 dipendenti diretti, 89 collaboratori e somministrati e un indotto di 1.345 addetti. Nel corso del 2020 le aziende del comparto hanno corrisposto alle imprese terze più di 133 milioni di euro, 12,1 milioni di euro sono stati gli investimenti per migliorare il livello di salute e sicurezza nei propri stabilimenti, effettuate 42.665 ore di formazione sulla sicurezza. 

Delle imprese che hanno partecipato alla stesura del Bilancio, inoltre,15 hanno raggiunto nel 2020 l’obiettivo 'Zero infortuni'. Otto gli infortuni che si sono verificati nel 2020, di cui 4 durante lo svolgimento delle attività lavorative e 4 in itinere (6 infortuni totali in meno rispetto al 2019).

Lo scorso anno le imprese hanno speso oltre 12,8 milioni di euro per il trattamento dei liquidi, 10,8 milioni i costi sostenuti per le attività di smaltimento dei rifiuti e 117,8 milioni per l’approvvigionamento energetico. L’energia elettrica autoprodotta e consumata è stata circa il 60% del fabbisogno energetico totale.

"Il comparto chimico toscano è un asset strategico del nostro territorio – ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi – perché è alla base della nostra industria di trasformazione.  Nella nostra regione il settore della chimica dà lavoro a circa ottomila addetti e contribuisce per il 6% al fatturato nazionale di settore e per oltre il 5% all’export nazionale del comparto”.

Le 24 imprese che hanno aderito al bilancio di sostenibilità (12 di Livorno, 5 di Pisa, 2 di Firenze, 2 di Grosseto, 2 di Siena e 1 di Prato) sono le seguenti: Altair Chimica, Colgom, Costiero Gas Livorno, Depositi costieri del Tirreno; Diesse Diagnostica Senese; Elletipi; Eni Ee-Gtr&m raffineria di Livorno, gruppo Biokimica (Biokimica; Bio-Finleather; Bio Company), Icap-Sira Chemicals and Polymers, Ineos Manufacturing Italia, Ip Valdarno International, Laviosa Chimica Mineraria, Masol Continental Biofuel, Neri Depositi Costieri, Nuova Solmine, Prysmian Cavi e Sistemi Italia, Sol Gas Primari, Solvay Solutions Italia, Termisol Termica, Toscochimica, Toscopetrol, Venator Italy.

Il bilancio sociale del comparto chimico è consultabile su www.bilanciochimicotoscano.it

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