
di Stefano Brogioni
FIRENZE
"Cara Beatrice, ti allego un promemoria sul contenzioso pendente alla Corte di Giustizia relativo all’introduzione in alcuni stati del c.d. ’’pacchetto generico“. Come sai, il Ministero della Salute ha assunto giustamente una posizione contraria a queste fughe in avanti di taluni paesi. Adesso, come vedrai dall’appunto, si tratta semplicemente di sensibilizzare l’Avvocatura perché partecipi alla fase orale del rinvio pregiudiziale. Un tuo intervento sarebbe ovviamente decisivo. Fammi sapere se hai bisogno di altro. Un caro saluto, Alberto". Alberto è Bianchi, l’avvocato d’affari e presidente della Fondazione Open. Beatrice è Lorenzin, all’epoca - è il 12 maggio del 2015 - ministro della Salute del governo in carica, guidato da Matteo Renzi. In allegato alla mail, c’è un "Doc X Min. Salute", che Bianchi inoltra al Ministro.
L’atto, finito tra le migliaia di carte dell’inchiesta Open, è un tassello del mosaico che i pm Luca Turco e Antonino Nastasi hanno ricostruito a sostegno di un’accusa di corruzione che coinvolge Luca Lotti, in quel momento Sottosegretario del Premier Renzi, e la multinazionale delle ’bionde’ British American Tobacco (Bat), che avrebbe beneficiato di politiche governative favorevoli. E Alberto Bianchi il gancio di questa e altre operazioni, tese a tutelare contemporaneamente gli interessi della Fondazione renziana finita sotto l’accusa di finanziamento illecito ai partiti, e di Bat, che di Open è uno dei principali finanziatori.
All’orizzonte, nella primavera del 2015, c’è un’udienza dinanzi al Corte di Giustizia europea che sta particolarmente a cuore a Bat, che Bianchi rappresenta come legale: assolutamente sgradita sarebbe infatti, a livello comunitario, l’introduzione del ’’pacchetto generico’’ che intenderebbe interferire su "lavorazione, presentazione e vendita" delle sigarette. Nella stessa giornata, Lorenzin risponde alla mail con un "Molto interessante" che sa più di cortesia che di reale interesse per l’allegato, ma Bianchi insiste: "Chiné (capo ufficio di gabinetto del Ministero della Salute, Ndr) conosce perfettamente i fatti e credo aspetti input da te. Mise e Mef sono già per l’ok e hanno già sensibilizzato l’avvocatura. Ma tu sei decisiva".
In effetti, il dicastero della Lorenzin, il 21 settembre 2015, indirizza una nota all’Avvocatura generale con cui la invita a intervenire in sede di "trattazione nella fase orale della causa in oggetto". Il 15 settembre scorso, i pm hanno convocato la Lorenzin (oggi nel Pd) per chiederle dei rapporti con Bianchi. "Non mi ricordo la questione - ha fatto mettere a verbale -, avevo una posizione molto dura nei confronti del consumo di tabacco, tanto da trovarmi in contrasto con altri ministri, tra cui quello dell’economia. Quanto all’intervento dell’Avvocatura dello Stato, non l’ho sollecitato e non ricordo quale sia stata la posizione assunta. Ciò lo affermo al netto dell’inopportunità che Bianchi mandasse la email mostratami con i documenti a questa allegata".