Beccaglia, l’inchiesta arriva in procura Aperto il fascicolo

L’ipotesi di reato è violenza sessuale, due i tifosi indagati. La solidarietà della commissione regionale pari opportunità

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Dopo la denuncia di Greta Beccaglia, l’identificazione da parte della digos e del commissariato di Empoli e il relativo deferimento all’autorità giudiziaria, la procura di Firenze ha formalizzato le accuse di violenza sessuale nei confronti della giornalista.

Gli iscritti sul registro degli indagati sono due tifosi, che sabato scorso, in due episodi distinti, ma temporalmente vicini, hanno avvicinato Beccaglia che stava lavorando all’uscita del settore ospiti dello stadio di Empoli.

I due supporter viola, un 45enne di Ancona e un 48enne di Reggello, sono stati colpiti anche da daspo della durata, rispettivamente, di tre e due anni.

Nel frattempo, non si è ancora assopita l’onda lunga di reazioni alle molestie in diretta tv che hanno colpito la giovane collaboratrice dell’emittente Toscana Tv.

Ieri, anche la commissione Pari Opportunità della Toscana ha espresso solidarietà all’aspirante giornalista, ricordando che l’episodio che l’ha vista protagonista è accaduto a ridosso della mobilitazione per la giornata del 25 novembre.

"La violenza si combatte tutti i giorni perché, purtroppo, non ha date. Il fatto che l’episodio di molestia sia accaduto a una giornalista, ha fatto sì che il messaggio balzasse sulle cronache e non restasse muto, come spesso accade". La commissione Pari opportunità scrive in una nota: "Riteniamo molto grave anche la reazione del conduttore della trasmissione che, in collegamento con la giornalista, le ha detto di non prendersela, minimizzando quella che è di fatto è una violenza. È assenza grave di un minimo rispetto nei confronti una donna. Condividiamo pertanto pienamente quanto dichiarato dall’Ordine dei Giornalisti Toscana che, esprimendo piena solidarietà a Greta Beccaglia, ha stigmatizzato l’inqualificabile comportamento del conduttore e ribadito che ‘è giunto il momento di smetterla di minimizzare, e che la violenza contro le donne è prima di tutto un problema culturale e socialè. Questi fatti, purtroppo, dimostrano come ancora siamo indietro nel rispetto tra i sessi. Troppe ragazze continuano a subire violenze nell’indifferenza e nel silenzio di chi non si indigna o sorvola". Infine, scrive ancora la commissione, "riteniamo anche noi, come evocato da più parti che il molestatore debba essere punito con il Daspo, come si fa in caso di violenza legata a fatti di stadio, ma non solo. Serve un impegno totale, puntuale, condiviso in ogni contesto di comunità, non solo scolastico, che abbia come obiettivo lo sviluppo di ‘relazioni sane’".

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