Scandalo in ateneo. "Così i baroni si spartivano i concorsi"

Almeno due gli esami di medicina nel mirino: i 15 indagati sono professori noti e potenti

Operazione chirurgica

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Firenze, 20 gennaio 2019 -  Sono almeno due i concorsi a medicina finiti sotto la lente d’ingrandimento della magistratura, nell’ambito della nuova inchiesta-scandalo sulla malauniversità che travolge nuovamente l’ateneo fiorentino dopo la tempesta di scienze giuridiche, di qualche mese fa. Ma in questa fase dell’inchiesta, è presto per dire quali siano le carte in mano alla procura fiorentina, che ha notificato agli indagati soltanto il minimo necessario, ovvero le carte che sorreggono la richiesta di interdizione inviata al gip, Anna Liguori, per i ‘baroni’ che avrebbero tenuto in pugno il destino della facoltà di medicina, anteponendo, secondo le accuse, gli interessi propri a quelli pubblici e dell’università.

Al momento ci sono 15 indagati. Dodici di questi, sono quelli che rischiano di vedersi applicare la misura cautelare all’esito dell’interrogatorio dinanzi al gip.

Si tratta di nomi altisonanti, non soltanto fiorentini ma provenienti da tutta Italia. Professori che hanno partecipato, in veste di esaminatori, alla commissione che dovevano stabilire chi, dei candidati, meritasse ruoli e cattedre.

E’ stata la guardia di finanza ad ascoltare per mesi cosa accadeva dietro le quinte e ad intercettare i giochi di potere ed influenze che avrebbero condizionato le scelte e gli indirizzi di questa articolazione dell’Ateneo. Un film già visto? Forse. Anche se il primo test vero e proprio dell’inchiesta, condotta nel massimo riserbo dal pm Tommaso Coletta, sarà proprio quello in programma a partire della prima settimana di febbraio, quando davanti al gup sfileranno i ‘baroni’ dell’università italiana, chiamati a chiarire le loro posizioni.

Per la procura, si può “interrompere” questo malcostume soltanto con la misura dell’interdizione, mirata a far allontanare, almeno per un po’, personaggi super influenti dalle loro cattedre.

Ma già così, è una bomba. Deflagrata, dopo un innesco durato diversi mesi, dalla denuncia del professor Oreste Gallo, battagliero professore associato di otorinolaringoiatria, contestatore neanche troppo silenzioso del mancato rispetto della programmazione che, secondo il prof, mette a repentaglio la sopravvivenza della sua struttura perché sorpassata da “nuove” posizioni, anche cofinanziate dall’Azienda Careggi, nonostante che la programmazione “ancora efficace in quanto mai revocata” prevedesse un posto per il Ssd med 31 (l’otorinolaringoiatria, ndr). “Se sei scoperto da sei anni in quel ruolo significa che puoi farne a meno”, si sentì rispondere Gallo da uno dei prof coinvolti ora nell’inchiesta. “Vittima” di questo sistema, anche il professor Pasquale Gallina, braccio destro di Gallo, autore, nel settembre del 2018, di un accorato j’accuse, verbalizzato, nel corso di un consiglio.

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