BARBARA BERTI
Cronaca

’Anche meno’ con Max Angioni: "Sul palco per fare terapia di gruppo"

Il comico e conduttore delle Iene l’8 maggio al Teatro Cartiere Carrara con lo show prodotto da Ruffini

"‘Anche meno’? E’ come dire rallentiamo un attimo, prendiamoci del tempo per riflettere. E non a caso uno degli argomenti dello spettacolo è la terapia". A dirlo è il comico Max Angioni, volto delle ’Iene’, che sta girando l’Italia con il suo tour teatrale dal titolo, appunto, ’Anche meno’, prodotto da Paolo Ruffini per Vera produzioni. Lo spettacolo farà tappa a Firenze, al Teatro Cartiere Carrara (ex Tuscany Hall), l’8 maggio (ore 21). Al centro dello show la storia di un 33enne, figlio unico, che racconta al pubblico i ricordi delle prime volte, le incredulità per le grandi conquiste, le domande più curiose e originali sulla storia e il senso della vita. Il tutto reinterpretato in modo surreale dove il talento da improvvisatore, il ritmo serrato della Stand Up comedy e le battute brillanti di Angioni ’ipnotizzando’ il pubblico per quasi due ore.

Dopo il successo di ’Miracolato’, torna in teatro con ’Anche meno’, due show da tutto esaurito...

"Eppure lo spettacolo è terrificante! (ride, ndr). Io sfrutto il palco per fare una terapia di gruppo. Per me la terapia è importante per acquisire sicurezza, una sorta di miracolo della rinascita, ma anche per prepararci al male della vita, allo sbattere contro una realtà che crea ansia. Il fil rouge è proprio la mia insicurezza".

Quindi lei è una persona insicura?

"Assolutamente sì, da sempre. Tante persone sono insicure e ognuno vive queste ansie a modo proprio e come meglio crede. Non volevo incentrare lo spettacolo su questo tema ma l’argomento è saltato fuori organizzando lo show e così adesso la terapia è diventata di gruppo".

Quindi dietro il comico che vediamo si nasconde un uomo timido?

"Sì. Anche da bambino non ero particolarmente socievole. In casa raccontavo barzellette, facevo piccoli spettacoli, giochi di magia ma a scuola facevo più fatica, giocavo molto da solo. Per fortuna a un certo punto è arrivata la recita di terza elementare e sul palco la timidezza spariva".

E lì ha capito che voleva fare l’attore?

"In realtà sono sempre stato affascinato dai comici che vedevo in tv perché riuscivano a mettermi il buonumore".

E, così anche lei è arrivato in tv...

"L’esperienza a ’Italia’s Got Talent’ è stata fondamentale e ha cambiato il corso degli eventi".

In che senso?

"Dopo l’audizione, in una notte, i follower sono schizzati alle stelle, da 900 a 5mila. E tantissimi mi scrivevano entusiasti della mia performance".

’Lola - Chi ride è fuori’ che esperienza è stata?

"Bellissima ma finché il programma non è stato rilasciato sulla piattaforma è stata una tortura: l’incertezza di piacere al pubblico, i dubbi su quali personaggi interpretare, la curiosità di conoscere gli altri concorrenti. Insomma tante esitazioni che si sono sciolte come neve al sole quando lo show è andato in onda e ho avuto i riscontri dal pubblico".

E le Iene?

"E’ l’esperienza più vicina a un lavoro vero, perché impone di rispettare dei tempi, quelli delle prove e quelli della puntata. Ma io ho scelto di fare il comico proprio per non andare a lavorare! (ride, ndr).

Preferisce la tv o il teatro?

"Mi trovo meglio sul palco perché lì tutto dipende da me. Il palcoscenico mi dà calma e sicurezza e mi godo lo spettacolo insieme al pubblico".

Chi sono i suoi comici di riferimento?

"La comicità anglosassone è un po’ la mia bussola. Mi piacciono molto Ricky Gervais e Louis C.K.".

I comici devono essere politicamente corretti?

"Si può scherzare su tutto, dipende da come lo si fa. Certo è che se i comici non sono autorizzati a dire quello che vogliono, chi può farlo? I comici fanno battute poi c’è chi ride e chi non ride".

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