All’università si fa largo la protesta dei No pass "Libertà di scelta, non cediamo ai ricatti"

La rivolta parte da Telegram con 900 iscritti fra studenti e prof: "Presto una lettera al rettore". Le infiltrazioni di utenti anonimi e complottisti

di Alessandro Pistolesi

Si parla di libertà, di diritti violati, di proteste da portare avanti "uniti e compatti". Un messaggio dopo l’altro, cento al giorno o anche di più. Si chiama ‘Università di Firenze contro il Green pass’ e racchiude quasi 900 iscritti. È una delle tante fronde no Green pass nell’universo infinito di Telegram, un servizio di messaggistica che favorisce la condivisione di documenti, file e audio ma anche il proliferare di profili falsi, dietro i quali si può celare chiunque.

È qui che gli studenti universitari fiorentini organizzano la loro protesta, supportati da professori che ci mettono nome e cognome e avvocati pronti a dare battaglia legale. L’obiettivo è "inviare una lettera al rettorato chiedendo che le restrizioni Green pass non vengano applicate alle sedi e strutture universitarie di Firenze". Il mantra comune? "Non voler cedere a questo indegno ricatto". Nei giorni scorsi il gruppo ha organizzato una riunione in presenza al giardino dei Nidiaci per stilare un programma condiviso. Gli obiettivi sono chiari e nessuno si definisce No-Vax. Però nel turbinio di messaggi c’è un po’ di tutto. Del resto il gruppo è privato ma per accedere basta un link. "Buongiorno, sono studente vincitrice di una borsa di studio di un corso di restauro. Credo di essere tra i pochi non timbrati dal nazisiero. Immagino che da settembre me lo chiederanno. Come posso difendermi?", scrive un utente che poi viene sbattuto fuori dal gruppo dagli amministratori. Ma i paragoni deliranti non si placano: "Quello che serve è, analogamente a quanto accaduto durante il nazifascismo con i partigiani, creare una forza di lotta di disobbedienti civili organizzati e non violenti, dotati di un’unica identità, in sostanza si tratterebbe di organizzare un esercito", scrive un altro utente, che ha come immagine del profilo un cerchio rosso con una W in mezzo, lo stesso simbolo con cui venerdì sono stati imbrattati diversi hub della provincia. Non mancano i complottisti: "Riguardo ai tornelli che ci sono stati fino a ora con la rilevazione della temperatura tramite infrarossi (cancerogeni accertati) e che non servono a niente perché non sono minimamente attendibili cosa ne pensate?". La domanda cade nel vuoto. Il gruppo si professa trasversale e inclusivo. Però ogni tot gli amministratori devono intervenire per redarguire chi sposta l’attenzione dai veri obiettivi del movimento: "Non intasate la chat con notizie che potete dibattere anche negli altri gruppi". Oppure: "Non sono ammessi post con svastiche inneggianti al fascismo". Uno degli ultimi messaggi, copiato e incollato dalla chat nazionale, è forse il più inquietante: "Il canale Telegram ufficiale di studenti contro il pass è stato rubato o chiuso. A ogni modo noi non riusciamo più ad accedervi. Tutto quello che leggete d’ora in poi non è scritto dal movimento studenti contro il Green pass".

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