
"Ieri questa maglia (quella con la bandiera Antifa di Azione antifascista, ndc) si é guadagnata un’aggressione. Insulti e oggetti scagliati contro di me che con mia figlia camminavo tranquillamente per le vie del centro" scrive sul suo profilo facebook Simona R., 50 anni.
Per ieri deve intendersi 25 Aprile, la Liberazione. Commento di Simona: "Un gesto squadrista che mi ha lasciata incredula. Il fascismo esiste ancora, è intorno a noi, molto vicino a noi, ed è violento e pericoloso. Non dimentichiamo, continuiamo a combattere, continuiamo a resistere".
Ieri lunedì la signora è andata al Commissariato Oltrarno a sporgere una denuncia circostanziata sul fatto e sulle persone coinvolte.
Ma che cosa è accaduto? Racconta lei, in presa diretta: "Sono appena tornata da Settignano, dove Anpi e circolo locale hanno organizzato una passeggiata sui luoghi della memoria partigiana, per portare un fiore a chi ha perso la vita per la causa della liberazione. Prendo mia figlia, le chiedo di andare a camminare in centro, voglio andare con lei al Palagio di Parte Guelfa, anche lì c’è una lapide che ricorda il movimento partigiano. Ci muoviamo direzione piazza della Repubblica, il Duomo. Io ho indosso la mia maglietta di Azione antifascista, con la scritta in francese perché l’ho comprata in Svizzera, a Ginevra. Alle 19,30-19,45, arrivate a metà circa di via Pellicceria, sfiliamo accanto a un gruppo di giovani, sono in piedi davanti a un bar. Bevono, chiacchierano. Tutto normale sennonché uno di loro si stacca un po’ dal gruppo e mi dice ad alta voce levati quella maglietta di m..’, ‘zecca schifosa’ e qualche altra cosa".
Per chi non lo sapesse, zecca è termine usato...a destra, con accezione ovviamente dispregiativa, attribuito a comunisti, o presunti tali, e frequentatori dei centri sociali, considerati alla stregua di parassiti.
Lei Simona gli ha risposto?
"Sì, certo: ma come ti permetti? Pulisciti la bocca. Basta così. Ho proseguito. Gli altri vedo che sono solidali con lui, io sono da sola con mia figlia di sedici anni. Non è il caso".
Solidali, in che senso?
"Beh, uno mi tirato un bicchiere, di carta ovviamente, coi resti della bevuta e ghiaccio. Io però proseguo, svolto subito sulla destra verso casa, ma con la coda dell’occhio vedo arrivare un altro bicchiere con ghiaccio. Penso però che questo secondo lancio arriva da qualcun altro, non dal gruppetto insomma, io infatti sono già avanti rispetto a quei primi".
Considerazioni finali?
"Ho denunciato alla polizia perché è importante farlo, è importante riflettere e far riflettere su soprusi del genere. E poi sono sincera: mi pare un fatto grave. Mi preoccupa per la nostra Firenze. Io da sempre giro con le mie magliette antifasciste. Mai successo niente. Sono sconcertata".
g.sp.