Addio a Vincent, il dj di Firenze. Portò la disco music nelle case

Da Radio One a Radio Blu a Rdf fino a Lady Radio Vincenzo Pota, il suo nome, era seguito anche sui social

Vincent Pota

Vincent Pota

Firenze, 10 agosto 2020 -  Mondo della musica e delle radio in lutto. E’ morto Vincent Pota dj, uno dei più noti e amati dj della della radio italiana e fiorentina. Ieri su Instragram è comparso anche il ricordo di Carlo Conti. "Non troviamo le parole, a differenza tua che ne avevi sempre una per ognuno di noi e per i tuoi fedelissimi ascoltatori".  

Ma tantissimi sono stati i post di cordoglio su tutti i social per la sua improvvisa scomparsa in seguito a un ricovero ospedaliero. Perché Vincent Pota dj è stato un punto di riferimento nel mondo radiofonico per più di una generazione di giovani conduttori. Da sempre appassionato di musica Vincent dj si era diplomato al conservatorio Boccherini di Lucca, per poi studiare contrabasso, canto e pianoforte al conservatorio Cherubini di Firenze. Nel 1969, per mantenersi agli studi, ha debuttato proprio come disc-jockey all’Otto Club, oggi Yab, e nel 1976 il battesimo radiofonico con Radio One per poi passare da Lady Radio a Rdf da Radio Blu ancora a Lady Radio. Dj Vincent ha avuto il anche il merito di abbinare radio e Tv: sempre a metà degli anni ’70 ha esordito a Tele 37 per poi passare a Canale 10, intervistando in diretta i protagonisti musicali della scena fiorentina.  

Da tempo aveva un appuntamento settimanale fisso su Lady Radio col suo seguitissimo programma "Vintage Village" dove raccontava alle nuove generazioni, quello che era stato nel mondo della musica dagli anni ’50 ai 2000. Tutto in diretta, mixando e parlando con gli ascoltatori pronto a cambiare all’ultimo secondo la sua lista dei pezzi". Protagonista della dolce vita fiorentina negli anni ’70 Vincent aveva aperto anche un notissimo negozio di dischi. "Era un periodo pieno di glamour – ha ricordato in una recente intervista a La Nazione – grazie alle sfilate di Pitti Uomo e Pitti Donna. Firenze cambiava, diventava cosmopolita. Avevo aperto anche il mio negozio di dischi Discomania dove grazie ai dischi che mi portavano dall’America gli steward e le hostess dell’Alitalia facevo contento un pubblico internazionale". © RIPRODUZIONE RISERVATA

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