
Nel ’68 o giù di lì era stata sequestrata dagli studenti contestatori nei bagni del liceo, perché non temeva di esporsi alle critiche spesso ingenerose di una certa sinistra, poi con una molotov tentarono addirittura di bruciarle l’auto. Peccato fosse quella di una vicina di casa. Bianca Maria Spina, professoressa di lettere, ha percorso tutto il ’900 con la schiena dritta della docente che ha a cuore in primo luogo la crescita dei suoi studenti. Si è spenta l’altro ieri sotto il peso dei suoi 96 anni, reso insostenibile dall’assalto del Covid. Laureata all’Università di Firenze. Nel 1961 riesce a coronare il suo sogno e apre una scuola privata, con il desiderio di vederla parificata. È quello che ancora oggi è conosciuto come l’Istituto Biancaspina. Presto, però, è costretta ad abbandonare il progetto e sceglie di entrare nell’insegnamento della scuola statale. Insegna lettere in diversi licei classici e scientifici di Firenze e nei primissimi anni ’70, essendo vicepreside al liceo scientifico Antonio Gramsci, diventa bersaglio delle manifestazioni studentesche. In cattedra fino alla fine dell’anno scolastico 1993-1994, continua a dare ripetizioni private fino agli 80 anni. "Innamorata della vita, è cresciuta come una donna forte, matura, non superficiale, con una fede messa alla prova anche da tante vicende familiari dolorose e dall’esperienza della seconda guerra mondiale. - ricorda la nipote suor Anna Maria - È stata una donna di studio, con diverse pubblicazioni di testi di insegnamento del latino e con la sua collaborazione come prima redattrice per la stesura del Dizionario della lingua italiana (il famoso Devoto e Oli), ma ha avuto una vita attiva anche dal punto di vista sociale e caritativo".
La professoressa Spina è stata infatti tra i fondatori e prima vicepresidente del Movimento per la Vita, insieme a Carlo Casini. Non si è mai sposata, dedicando interamente la sua esistenza alla cura dei genitori, mancati entrambi anziani. La sua famiglia era diventata quella del fratello Andrea, che per tanti anni ha portato avanti il negozio di foto e ottica in via Cesare Battisti, che lei stessa aveva aperto insieme alla mamma nel 1948. Ha vissuto gli ultimi mesi coccolata dall’affetto della famiglia, fino all’ultimo ricovero che si è reso necessario poco più di due settimane fa.