Acquistata la Bekaert, ci siamo

Firmato il preliminare d’acquisto del sito industriale del Valdarno, il futuro potrebbe essere l’idrogeno

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di Manuela Plastina

e Barbara Berti

Risorge la Bekaert: la firma di un preliminare di acquisto del sito industriale del Valdarno segna la svolta tanto attesa quanto ormai insperata per l’ormai ex fabbrica che produceva corde metalliche per pneumatici. Il suo futuro sembra segnato dall’idrogeno: il gruppo industriale che sta per formalizzare l’acquisto, avrebbe già in previsione di cederlo a sua volta a 4 aziende che si occupano della lavorazione del combustile a basso impatto ambientale. La nuova proprietà si sarebbe impegnata nel recupero e riqualificazione di tutto il sito industriale valdarnese ormai abbandonato dal 2018. Ancora sconosciuto almeno al pubblico (ma non alle istituzioni che hanno promesso la massima riservatezza) il nome dell’acquirente: pare che voglia essere la stessa azienda ad autopresentarsi sul palcoscenico valdarnese e in generale a quello toscano forse già entro questo fine settimana. Un’uscita pubblica in grande stile dunque per prendersi il merito di aver recuperato una situazione che pareva destinata a una fine ingloriosa ormai definitiva. Nel tardo pomeriggio di ieri c’è stata una riunione in Regione proprio per fare il punto della situazione vista la novità del preliminare di vendita: erano presenti i rappresentanti istituzionali e sindacali, ovviamente soddisfatti per la svolta nel futuro che sembrava segnato in negativo della Bekaert. La Fiom Cgil plaude alla vendita che, riqualificando l’area, permette anche di "disinnescare una bomba ecologica e garantire la salubrità di tutto il Valdarno". Chiede alla Regione di farsi garante del richiamare a lavoro tutti coloro che, tra gli ex 318 impiegati della Bekaert, ancora non hanno trovato occupazione.

Di questi, in 108 avevano ricevuto la lettera di licenziamento, ma attualmente solo 26 sono ancora inoccupati. Tranquillizza il consigliere regionale delegato alle crisi aziendali Valerio Fabiani: "Nel caso in cui l’operazione andasse a buon fine e quando ci saranno le prime assunzioni, abbiamo già chiesto alla nuova proprietà di chiamare per primi i 26 lavoratori ex Bekaert ancora senza una nuova occupazione e anche quelli pur ricollocati, ma solo a tempo determinato".

Il gruppo industriale si sarebbe detto disponibile a riprendere nel sito valdarnese coloro che ci hanno lavorato per tanti anni. Il caso Bekaert è stato il modello da cui è partito il Protocollo per l’occupazione e lo sviluppo del Valdarno. "Stiamo andando avanti col nostro impegno per dare una nuova vita industriale all’area industriale e creare nuove opportunità di lavoro" dice Fabiani. Anche Fim Cisl chiede una via privilegiata per "quei lavoratori e famiglie che in questi anni hanno lottato e sofferto per la perdita del proprio lavoro. La ripartenza di un’attività lavorativa nel sito di Figline dovrà vedere l’applicazione del protocollo per l’occupazione del Valdarno". "Cauto ottimismo" è quello manifestato dalla sindaca di Figline Incisa Giulia Mugnai "In questi anni - rivela - diversi soggetti si sono interessati allo stabilimento, hanno svolto sopralluoghi e acquisito mappe ed estratte catastali. Ma solo ora siamo arrivati alla firma di un preliminare. È un elemento molto importante che ci lascia ben sperare anche per il recupero di quello che potrebbe diventare un cimitero di cemento nel cuore del territorio. Come Comune abbiamo chiesto il piano industriale e quanti anche posti di lavoro potranno essere generati nel nuovo sito produttivo, partendo dalle persone ancora in carico agli uffici dell’impiego. Siamo cautamente ottimisti per il futuro dell’ex Bekaert".

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