di Ilaria Ulivelli
"Noi non ci saremo, non ci sono le condizioni per condividere". E’ netto il capogruppo di FdI a Palazzo Vecchio, Jacopo Cellai. Con il consigliere Alessandro Draghi lo segue a ruota. Mentre arrivano parole dure anche dal coordinatore toscano del partito del premier, Francesco Torselli, bersaglio di feroci critiche dal palco di piazza Santa Croce.
Insomma, dopo la mega manifestazione per la scuola e in difesa della Costituzione i Fratelli di Giorgia diserteranno la cerimonia ufficiale del 25 Aprile. Spaccano la destra i festeggiamenti per la ricorrenza del 78° anniversario della fine della guerra di Liberazione nazionale a Firenze. Fratelli d’Italia non prenderà parte ad alcuna delle iniziative istituzionali organizzate dal Comune. Mentre la Lega presenzierà.
Ma si allontana sempre di più insieme all’illusione di una memoria condivisa, anche l’auspicio che almeno alle cerimonie pubbliche prendano parte tutte le parti politiche.
Forse mai come quest’anno, almeno nell’ultima decade, la politica arriverà tanto divisa al giorno delle celebrazioni per la Liberazione, con i cittadini costretti a riflettere su come sarà possibile costruire un futuro solido senza trovare pace sulle certezze che ci ancorano alle nostre radici. "Ciò che ho visto e ascoltato in queste settimane e nella piazza di sabato contro la destra, Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni non rende possibile a oggi condividere insieme una piazza né una celebrazione ufficiale – incalza il coordinatore fiorentino FdI, Jacopo Cellai –. E questa è una scelta fatta dalla sinistra".
Fratelli d’Italia domanda perché il sindaco Nardella non abbia condannato certi striscioni come "Il maresciallo Tito ce l’ha insegnato, infoibare un fascista non è reato", i cori e gli auspici di morte – dice il consigliere regionale della Lega, Giovanni Galli – Ho sentito parole irricevibili pronunciate contro il consigliere Torselli da una delle ragazze che parlava dal palco". Galli deciderà se partecipare "da uomo libero", mentre è certo che prenderà parte alle celebrazioni il capogruppo del Carroccio a Palazzo Vecchio, Federico Bussolin.
Anche l’allontanamento dei rappresentanti di Fratelli d’Italia dalla manifestazione di Pontedera contro la discarica di amianto della Grillaia ha contribuito ad accrescere l’esasperazione del clima. "Visto quel che è accaduto a Pontedera e a Firenze e in questo clima generale neppure io prenderò parte alle celebrazioni ufficiali per il 25 Aprile", dice il consigliere comunale Alessandro Draghi. "Quando militavo in Alleanza Nazionale la federazione era solita inviare una corona di fiori a tutti i cimiteri (e al cippo di Radio Cora compreso), poi con il passare degli anni c’è stata una recrudescenza del clima", spiega.
Amareggiato il capogruppo in consiglio regionale, Francesco Torselli: "Io, Donzelli e Meloni abbiamo preso un’altra dose di insulti, sarebbe difficile scendere in piazza con chi ti augura di morire – incalza – Purtroppo per una memoria condivisa manca ancora tempo, perché mi sembra che la sinistra la celebri come una sua festa e se la voglia tenere. L’antifascismo elettorale ha sempre preso il sopravvento e quest’anno è iniziato due mesi prima del voto. Di fatto la manifesazione di sabato è servita al leader della sinistra per aprire la campagna elettorale".