MICHELE BRANCALE
Cosa Fare

Le corde poetiche di un "violino giallo" suonato alla Casa di Dante

Giovedì 23 maggio alle 17 la presentazione del libro di Di Oronzo. Le altre iniziative di Pianeta Poesia ed EstroVersi

La copertina del libro 'Il giallo violino della fenice'

La copertina del libro 'Il giallo violino della fenice'

Firenze, 22 maggio 2024 - A cercare veramente dentro se stessi non è affatto detto che si trovi il bene. Le possibilità sono tante nonostante i principi di riferimento. Rincorrere se stessi non porta molto lontano, ma la compassione fa allungare il passo. Nelle poesie di Vincenzo Di Oronzo, presentate alle 17 di oggi, 23 maggio, alla Casa di Dante in via Santa Margherita 1 r, si coglie questa linea di fondo insieme ad alcune particolarità espressive.

Il poeta e critico letterario Luigi Fontanella, che con Annalisa Macchia aprirà il confronto sull'antologia 'Il giallo violino della fenice', edita da Mc, il cui titolo rimanda a suggestioni chagalliane e ad Angelo Maria Ripellino, osserva come l'autore tenda "a un discorso intensamente ricco quanto a suggestioni psicologiche, ma al contempo essenziale e scarnificato, come alla ricerca di singoli emblemi di 'soccorso', a cui appoggiarsi, emblemi-attimi pronti a dissolversi subito dopo la loro apparizione". Appaiono i senza fissa dimora: "... in ritardo hanno fame / i barboni seduti alla Fontana del Nettuno. / Qui, / vendono i velluti dell’anima e i foulard / le bimbe oscillanti dell’Asia". Appaiono come in una fotografia in bianco e nero i tratti crudeli del presente evocati attraverso un film: "Osservano in trance i cadaveri di loro nemici, / ma i morti hanno i loro stessi volti / gli stessi occhi che guardano da un vetro".

Possiamo con questa lettura trovarci all'improvviso nel Donetsk o a Gaza. Di Oronzo individua l'archetipo del male nei lager e negli Ebrei che vi hanno perso la vita: "I sepolcri di scarpe a Mauthausen erano gli occhi di Israele, / mangiati dal deserto. / I rotoli di sale, bevuti dalle madri./ Le pietre interroganti della Torah. / I nudi genuflessi, / nella stanza della svestizione./ Erano le sfingi / impazzite di eclissi, i limoni del morire".

Dunque un nuovo appuntamento con la poesia, dopo che Pianeta Poesia ha celebrato nei giorni scorsi la scrittrice Maria Pia Moschini, grazie a Kiki Franceschi, Sandra Landi, Vincenzo Lauria e Graziano Dei. Nella Sala della Torre fino ad oggi è invece visitabile la mostra delle grafiche di Benedetta Niccolai. Alle 17 di sabato 25 maggio via alla mostra delle opere di Misuzu Yamaji, a cura di Giancarlo Bonomo e Raffella Ferrari. A Franco Manescalchi poeta e critico sarà dedicato l'incontro previsto martedì 28 maggio, sempre alle 17.

Si inaugura sabato 25 maggio alle ore 17.30, nella galleria Armando Xhomo, in via Ghibellina 105-107-111 r, la mostra di pittura di Maurizio Caruso, che propone una serie di opere ispirate alla poesia. Promossa da EstroVersi, sarà visitabile fino al 28 maggio. Come è stato notato, Maurizio Caruso è un artista anomalo che "riesce a scavare e estrarre la luce dai volti delle persone che dipinge: sa vestire i suoi ritratti di espressioni che sembrano cristallizzare il tempo, quasi a voler rimarcare quell’attimo che fugge della vita di ogni persona dipinta". La serata di apertura della mostra sarà accompagnata da letture poetiche dagli autori ritratti da Caruso, svolte da alcuni autori contemporanei.

Michele Brancale