REDAZIONE FIRENZE

Donatello a Firenze

Cinque luoghi per ammirare i preziosi capolavori del più grande scultore del Quattrocento

Donatello, Annunciazione (particolare), Chiesa di Santa Croce

Firenze, 23 maggio 2018 - Allievo di un raffinato orafo come Lorenzo Ghiberti e grande amico di Brunelleschi, Donatello è considerato tra i più grandi scultori del Quattrocento e non solo. Tantissimi i suoi capolavori ancora conservati a Firenze. Eccone alcuni assolutamente da non perdere, in cinque tappe tra sculture e curiosità.

Il percorso non può che iniziare dalla chiesa di Orsanmichele. Tra i tabernacoli che decorano l’esterno due sono quelli realizzati dal nostro artista: il quello di Parte Guelfa, con la statua di San Ludovico di Tolosa e il quello degli Armaioli, con il possente e fiero San Giorgio, raffigurato anche nel bassorilievo ai piedi della statua mentre uccide il drago (ora al museo del Bargello).

Al museo dell’Opera del Duomo si trova la cantoria con i putti festanti e alcune delle statue realizzate per la facciata di Santa Maria del Fiore, come il severo e umanissimo Abacuc, che i fiorentini chiamano affettuosamente lo Zuccone. Ma l’opera assolutamente da non perdere è la dolente Maddalena, un’impressionante scultura lignea a grandezza naturale che raffigura la santa ormai vecchia e sdentata, vestita solo dei suoi lunghi capelli. Ben altri sentimenti esprime la Giuditta e Oloferne di Palazzo Vecchio. La coraggiosa eroina colta nell’atto di decapitare il superbo condottiero trasmette tutto l’orgoglio civico dei fiorentini di fronte al nemico. Consigliamo anche una visita a Santa Croce. E non solo perché qui si conserva il giovanile Crocifisso, diventato famoso perché Brunelleschi lo criticò, affermando che “aveva il corpo di un contadino”. Nella chiesa, leggermente nascosto in una navata laterale, si trova anche l’elegante tabernacolo Cavalcanti con l’Annunciazione, realizzata con un inconsueto altorilievo in pietra calcarea con inserti in foglia d’oro. Ultima tappa il Duomo con una piccola curiosità. Recatevi nella zona del tamburo e osservate le sette splendide vetrate disegnate nel 1434 dai maggiori artisti del tempo. Si deve alla maestria di Donatello quella con l’Incoronazione della Vergine, poi realizzata con pregiati vetri veneziani dai maestri vetrai fiorentini.