MAURIZIO COSTANZO
Firenze

24 dicembre, il Ceppo: la storia dell’antico Albero di Natale fiorentino

Quest’anno si può ammirare dal vivo il Ceppo: un esemplare è stato costruito e resterà esposto all’interno di una chiesa a Firenze per tutte le festività

Il Ceppo, l’antico Albero di Natale fiorentino

Il Ceppo, l’antico Albero di Natale fiorentino

Firenze, 23 dicembre 2024 – Oggi siamo abituati ad avere in casa alberi di Natale scintillanti di luci e addobbi. Ma non molto tempo fa, questi alberi non esistevano. Tuttavia Firenze aveva un suo particolarissimo albero natalizio che si chiamava Ceppo. Era una sorta di piramide alta poco più di un metro, alzata rigorosamente senza un chiodo, fatta con aste di legno o di canna, che sostenevano vari ripiani.

I quali a loro volta ospitavano vari ornamenti come pigne dorate, ramoscelli d’abete, candeline per “fare il giorno di notte”, e anche dolci. L’ultimo piano ospitava un piccolo presepe, e la vigilia di Natale i bambini si allontanavano per permettere ai genitori di deporre i doni sui ripiani del Ceppo. Perché quest’Albero di Natale fiorentino, che troneggiava al centro della sala, si chiama proprio così? Il termine prende origine dal latino Cippus, ossia la base del tronco di un albero tagliato, proprio il pezzo da cui si diramano le radici. Serviva per attizzare il fuoco e attorno a lui si radunava tuttala famiglia.

Un tempo l’accensione del fuoco alla mezzanotte della notte di Natale, quando molte case avevano il camino, era un’usanza comune e molto sentita, vero simbolo di riunione familiare. Un’usanza così comune che era diventata persino un modo di dire popolare legato al Natale: “Per Ceppo si mangia il cappone”, “Quest’anno sarà un Ceppo buono”, “Te lo regalo per Ceppo”, “Andare a Messa la notte di Ceppo”, e persino Santo Stefano, Natalino, era indicato col termine “Ceppino”. I Ceppi non erano altro che piramidi portadoni e portadolci, ed erano realizzati un pò come si fanno gli aquiloni, in casa, unendo le asticelle al vertice dei vari ripiani.

Per chi non voleva o poteva realizzarlo da solo, poteva acquistarlo già fatto, sotto le logge di quello che oggi è il mercato del Porcellino, ma che una volta in questo periodo era detto il “Mercato dei Ceppi” o “dei Pastori”, perché si potevano trovare e comprare anche i personaggi del presepe. Quest0anno la Venerabile Compagnia dei Quochi ha voluto recuperare questa antica tradizione che rimanda alle festività di un tempo, quando ancora l'albero di Natale da noi non era utilizzato. E recentemente a Firenze ha acceso il Ceppo di Natale sulla scalinata della chiesa di San Carlo ai Lombardi di via Calzaioli, davanti a un pubblico di fiorentini e turisti. I ripiani del Ceppo soso stati vestiti a festa con doni, luci e una immancabile capannuccia e resterà esposto all’interno della chiesa per tutte le festività. Per permettere, a chi nonne ha mai visto uno, di vedere o ricordarsi com’era fatto questo antico albero di Natale fiorentino.

Maurizio  Costanzo