Quando i subentrati fanno la differenza. La forza dell’Empoli? Arriva dalla panchina

Da Kovalenko a Cancellieri: le sostituzioni riescono quasi sempre a dare la svolta. I cambi sono una vera risorsa per Andreazzoli

Quando i subentrati fanno la differenza. La forza dell’Empoli? Arriva dalla panchina

Quando i subentrati fanno la differenza. La forza dell’Empoli? Arriva dalla panchina

L’importanza di (saper) cambiare. Sì, perché ormai l’arma vincente di Andreazzoli sembra proprio essere quella dei cambi. Non è un caso che due delle tre vittorie realizzate in campionato siano arrivate grazie ai gol dei subentrati: il definitivo 0-2 contro la Fiorentina viene confezionato dall’asse Fazzini-Gyasi; mentre l’impresa del Maradona è firmata da Kovalenko assistito da Ebuehi, entrambi entrati dalla panchina.

Le sostituzioni sembrano ormai essere un elemento fondamentale per gli azzurri ed è evidente che nel calcio moderno ci siano dei riferimenti e degli schemi preconfezionati, un’organizzazione delle sostituzioni da adottare nel momento del bisogno, che devi però saper sfruttare a tuo vantaggio. Anche contro il Sassuolo, nonostante la sconfitta arrivata nel finale, Andreazzoli aveva interpretato in maniera scrupolosa l’andamento della gara, indovinando nuovamente i cambi per il suo Empoli: dentro Destro, Gyasi e Kovalenko, tutti e tre protagonisti dell’azione che ha portato al momentaneo 3-3 contro i neroverdi.

In terra ligure la storia non cambia. È un Empoli che nel secondo tempo entra in campo con un atteggiamento diverso ma che tuttavia non è capace di rendersi pericoloso in avanti per cercare di conquistare il gol che varrebbe il pareggio, ed è proprio in questo contesto che entrano in gioco le rotazioni di Andreazzoli. Al già subentrato Kovalenko inserisce anche Cancellieri e Grassi, due elementi che, uniti al primo, portano dinamismo, fisicità e qualità all’interno del rettangolo verde di gioco. Passa poco meno di un minuto dall’ingresso in campo di questi ultimi due e l’Empoli trova finalmente il varco giusto per realizzare la rete del definitivo 1-1. I due tocchi finali prima del colpo di testa di Cancellieri sono di Grassi e Kovalenko, a testimonianza di quanto Andreazzoli abbia, anche in questa occasione, saputo leggere bene la partita e aver capito di cosa avesse bisogno la squadra in quel preciso momento.

La gara contro il Genoa può essere un crocevia importante per il proseguo della stagione, un punto soprattutto dal forte valore significato per le sensazioni positive che porta all’interno dell’ambiente azzurro. Ora occorre ripartire dalle buone cose che si sono viste in campo contro il Grifone, una solidità difensiva riacquisita e due innesti ritrovati come Maldini e Kovalenko, quest’ultimo in uno splendido momento di forma. L’ucraino sembra infatti aver ritrovato la fiducia che nelle ultime stagioni è quasi sempre venuta meno, e con due gol e un assist nelle ultime tre gare (anche se contro il Sassuolo la Lega ha assegnato autorete a Vina) si candida prepotentemente per una maglia da titolare in vista della prossima e cruciale sfida contro il Lecce.

Come però abbiamo capito, un ruolo decisivo lo rivestono anche e soprattutto coloro che partono dalla panchina e scalpitano per entrare in campo con l’obbiettivo di cambiare l’inerzia della gara. Aspetto sottolineato anche da Andreazzoli: "Non essere scelti negli undici titolari può essere fastidioso, ma i ragazzi dimostrano di essere un buon gruppo e di lavorare per la stessa causa".

Niccolò Pistolesi

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