REDAZIONE EMPOLI

Viaggio nel parco dello spaccio: un privée della droga fra i giochi dei bambini

Ai giardini pubblici nella frazione empolese di Ponzano aghi e siringhe

Siringhe in un asilo (foto d'archivio Gianni Nucci/Fotocronache Germogli)

Empoli, 20 luglio 2016 - Nella zona più vicina al campo sportivo, un bambino e una bambina giocano a pallavolo. Protetti dall’ombra degli alberi. Percorri qualche decina di metri, il parco è sempre lo stesso, quello di Ponzano, ma lo scenario è un altro. Dietro le scuole, incappi nel percorso della salute messo a dura prova dai vandali tra pali sradicati e attrezzi spezzati. E, soprattutto, ti devi guardare dalle siringhe, usate e gettate a terra. Lasciate come niente fosse dai tossici, del quartiere e in arrivo da fuori.

A far loro compagnia, ci sono gli aghi. Ben più delle siringhe, a dire il vero. Segno che quello strumento di ‘sballo’ viene condiviso. Per ottimizzare i costi o  i tempi, così da saziare la voglia della dose più in fretta possibile. L’angolino preferito è sempre, drammaticamente, lo stesso. Quello nascosto tra folti cespugli e alberi. Una sorta di ‘nido’ nel quale farsi di eroina in libertà. Lontano da occhi indiscreti, protetti da frasche, foglie e pure dalla reputazione che quella fetta di giardino pubblico si è guadagnata.

Una zona dalla quale è meglio girare alla larga. E’ una sorta di privée della droga che non va giù a residenti e famiglie. Periodicamente la questione viene sollevata. In un parco pubblico non si può aver paura di lasciare che i bambini giochino liberamente, per timore che inciampino in questi ‘residui’ di notti brave. O peggio ancora si feriscano, magari curiosando tra il verde. Per incappare nei primi segnali della vita da tossico, basta avvicinarsi agli alberi che ombreggiano la zona sul retro del plesso scolastico.

Tra l'erba, è facile intravedere le confezioni di medicinali indispensabili a diluire la polvere e a preparare la dose da iniettarsi. Fai un altro paio di passi e appeso a un ramo ti aspetta un sacchettino bianco. Al suo interno c’è ancora lo scontrino: con esso la siringa usata, la sua confezione, ago e fialetta. Il kit completo abbandonato, subito dopo l’utilizzo. Se poi ti spingi oltre, ti ritrovi tra i piedi fazzolettini più o meno sporchi di sangue, aghi risistemati nella loro confezione o – e sono i più – semplicemente lasciati a terra. Con il rischio che qualcuno possa pungersi, con tutte le conseguenze che ne possono derivare. Ce ne sono con la base azzurra, rosa, verde. Per tutti i gusti e le occasioni. Anche no, dice la gente. Ed è difficile darle torto. La questione non è soltanto il degrado, qui si va oltre. C’è un oggettivo pericolo. E soprattutto c’è una situazione che va avanti da tempo. Il parco di Ponzano, qualche centinaia di metri più in là il parcheggio di via Cantini: luoghi di gente che si buca e lascia lì. Tutti sanno, ma niente cambia.