REDAZIONE EMPOLI

Uno strazio che non trova pace. La lunga scia di morti bianche. Oltre una su tre è in agricoltura

Nel territorio la metà delle vittime è rimasta schiacciata sotto il trattore che si è ribaltato. I tecnici della prevenzione dal 2017 hanno controllato 378 aziende, 95 le violazioni.

Uno strazio che non trova pace. La lunga scia di morti bianche. Oltre una su tre è in agricoltura

di Irene Puccioni

EMPOLESE VALDELSA

Almeno una vittima all’anno. Inventisei anni, dal 1998 ad oggi, sul nostro territorio il comparto dell’agricoltura ha fatto registrare 18 morti su 52 infortuni mortali avvenuti sul lavoro trattati dalla Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro (Pisll) zona Empolese Valdarno della Asl Toscana centro. All’interno di questo triste primato (il 34,6 per cento delle morti bianche che hanno segnato quest’ultimo quarto di secolo), c’è un altro dato che fa riflettere: nella metà dei casi (9 su 18) l’infortunio si è verificato utilizzando il trattore e la morte è stata la conseguenza di uno schiacciamento del lavoratore, di cui in sette casi per ribaltamento. In quattro occasione l’infortunio mortale si è verificato per una caduta dall’alto; mentre cinque casi hanno avuto altre dinamiche, tra questi, l’ultimo che ha riguardato un 59enne, Claudio Rosi, morto lo scorso 25 marzo a seguito di una profonda ferita all’ascella causata da una motosega mentre stava potando alcune piante nelle campagne di Gambassi Terme. Da verifiche e approfondimenti fatti dai tecnici del servizio Pisll zona Empolese Valdarno, rispetto ai decessi osservati con uso di trattori, la gran parte è stata determinata non tanto da carenze di sicurezza delle motrici o del posto di guida quanto dall’utilizzo non corretto degli stessi mezzi, ad esempio cinture di sicurezza non allacciate o arco abbattibile (quello di protezione) in posizione bassa. "È convinzione più o meno diffusa tra gli anziani che usano il trattore per la lavorazione dei campi, che la cintura di sicurezza slacciata possa favorire la fuoriuscita dal posto di guida in caso di ribaltamento del mezzo – spiega Tonina Iaia (nella foto in alto), responsabile della prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro di Empoli –. Peraltro nelle attività di vigilanza, rispetto all’utilizzo non in sicurezza delle trattrici, è difficile valutarne le modalità d’uso perché il più delle volte il controllo non avviene in concomitanza con l’utilizzo delle attrezzature stesse".

Oltre alle morti sul lavoro ci sono anche gli infortuni gravi, con oltre 30 giorni di prognosi: dal 2016 al 2021 se ne contano 292. E poi le malattie da lavoro: con postui permanenti, sempre nello stesso periodo, ce ne sono state 63. Nel comparto agricolo nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di patologie muscolo scheletriche da sovraccarico biomeccanico e da movimenti ripetuti e ripetitivi. Si registrano anche alcuni casi di ipoacusia da rumore e di broncopneumopatie croniche ostruttive. Le aziende del comparto agricolo sono oggetto da sempre di una attività di controllo annualmente condotta su un campione di circa 50 aziende. Si tratta di una piccola porzione dal momento che la consistenza numerica del settore è di 2.233 aziende di cui 490 con lavoratori dipendenti (circa 2.200), 1.743 aziende a conduzione diretta o aziende a conduzione familiare senza dipendenti (dati CCIAA 2024). Dal 2017 al 2023 i tecnici della Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro hanno controllato 378 aziende e in 55 casi sono state impartite specifiche prescrizioni per un numero complessivo di 95 violazioni della norma.

Gli operatori che intervengono nell’attività di verifica esaminano e valutano molteplici aspetti. Oltre alla rilevazione delle caratteristiche aziendali, degli orientamenti colturali prevalenti e dell’eventuale utilizzo dei prodotti chimici, vengono controllate la rispondenza alle norme di sicurezza di attrezzature ed impianti, gli adempimenti normativi di valutazione dei rischi presenti nelle lavorazioni svolte. Viene fatta altrettanta attenzione anche alla formazione dei lavoratori adibiti alla guida dei mezzi agricoli e dei soggetti che svolgono compiti speciali, e se viene effettuata la sorveglianza sanitaria laddove prevista (aziende con dipendenti) e se c’è sufficiente dotazione e corretto uso dei dispositivi di protezione individuale idonei. "Nei controlli effettuati vengono impartite prescrizioni per l’adeguamento alla normativa – aggiunge la dottoressa Iaia – Di particolare rilievo sono le prescrizioni per le protezioni al posto di guida per le trattrici, per la manutenzione delle attrezzature, la mancata valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e della sorveglianza sanitaria degli stessi".