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Un talento dell’arte da valorizzare Montelupo racconta Paolo Schiavo

Chissà perché, poi, il suo nome non compare quasi mai nell’olimpo delle star dell’arte. Paolo Schiavo, pseudonimo di Paolo di Stefano Badaloni nato a Firenze nel 1397 e morto a Pisa nel 1478: sulla scia di Masaccio e Masolino è stato tra i più grandi innovatori della pittura e del disegno del Rinascimento, con attenzione precipua, nell’arte sacra come del resto tutti gli altri dell’epoca, al personaggio in sé oltre che al significato iconico-religioso. Psicologia alle prime armi, se vogliamo semplificare: la Madonna come donna e madre, non solo generatrice di Cristo. Ebbene, nel silenzio globale sul suo nome, eccetto comunque importanti saggi da parte di esperti, da Montelupo è partita la campagna per la valorizzazione delle opere di questo insigne artista, di cui abbiamo affreschi ed anche tante sinopie.

Perché Montelupo? Perché la città della ceramica è allo sbocco in Arno di quella valle della Pesa che ospita diverse opere, nelle chiese, di Paolo Schiavo. Il vicesindaco Lorenzo Nesi (nella foto) ha condotto la scorsa estate alcune accurate ricerche ed ha geo-referenziato nei giorni scorsi i luoghi dove trovare, nel territorio della Pesa appunto, i capolavori di Schiavo. In questa maniera, esperti ed appassionati sono agevolati nelle loro "indagini". Si comincia ovviamente con Montelupo stessa, dove Paolo Schiavo è presente, per poi risalire alla chiesa parrocchiale di Mercatale, poi al santuario della Pietracupa a San Donato ed anche alla vetta del monte San Michele, quota quasi 900 metri: da queste pendici nasce la Pesa. In cima, sorge ancora oggi la chiesa superstite dell’antichissima abbazia micaelica che annovera pregevoli sinopie dello Schiavo, che del resto ha lasciato anche tanti capolavori a Firenze. Paolo Schiavo si era formato nell’ambiente camaldolese permeato dall’opera di Lorenzo Monaco; poi, secondo il ben informato Vasari, andò a bottega da Masolino da Panicale, chiaramente influenzato dalla pittura di Masaccio e successivamente di Domenico Veneziano. Non a caso: il mix di culture figurative all’epoca assai diverse - Firenze e Venezia - ha fatto nascere questo artista oggi davvero da "rispolverare". Andrea Ciappi