Empoli, 26 settembre 2024 – Quale bambino che ama giocare a calcio non sogna fin da piccolo di poter un giorno calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo pallonaro? Martedì sera questo sogno Jacopo Seghetti lo ha realizzato. Il diciannovenne portiere dell’Empoli ha infatti esordito nei professionisti giocando la gara di Coppa Italia vinta 2-1 dagli azzurri a Torino.
"Sognavo di esordire in prima squadra e farlo così è ancora meglio, è magnifico – ha commentato nel post gara lo stesso Seghetti –. Inizialmente ho giocato le palle più facili per stare più tranquillo, poi piano piano ho preso fiducia e sono andato ad aumentare nel finale fino a quello che è successo...". Il riferimento è alla strepitosa parata che ha salvato il risultato in pieno recupero. "Un esordio del genere l’ho sognato la notte prima e me lo sono continuato a immaginare mentre viaggiavo verso lo stadio e si è realizzato – ha aggiunto il giovane portiere –. Lo dedico ai miei genitori che sono venuti qua allo stadio nonostante domani (ieri per chi legge, ndr) devono lavorare e torneranno a casa tardi, ma anche a tutti gli amici, il mister, a chiunque mi è stato vicino durante questo periodo". Un rapporto quello di Jacopo con l’Empoli e il ruolo del portiere che nasce in tenera età come racconta proprio il padre Paolo, abitante a San Miniato e titolare insieme alla socia Elena Comparini di una nota pasticceria nel centro storico di Santa Croce sull’Arno. "Ha iniziato a giocare nell’Empoli a 7 anni e mi ricordo sempre che al primo allenamento l’allenatore chiese chi voleva andare in porta e Jacopo alzo subito la mano – spiega –. Per un periodo, però, veniva schierato per una parte di partita anche in attacco e non se la cavava male nemmeno lì. Quando però è arrivato il momento di scegliere né lui né i tecnici hanno avuto dubbi perché già avevano intravisto le doti che aveva in porta. In particolar modo il fatto che fosse spericolato".
"Fino a tre anni fa ha sofferto un po’ il fatto che fisicamente non fosse molto strutturato – prosegue il padre – poi però in questi ultimi trentasei mesi è cresciuto, adesso è alto 189 centimetri, e anche l’autostima ne ha giovato. Anzi, proprio per questo ci tengo a ringraziare l’Empoli perché ha sempre creduto in lui coccolandolo e proteggendolo fino a farlo debuttare in prima squadra. Jacopo è anche un tifoso azzurro perché l’Empoli è una grande famiglia e quella maglia ti si attacca addosso, ma tifa anche un’altra squadra, questo però lo svelerà lui se mai vorrà (sorride, ndr)".
Sicuro nelle uscite e reattivo tra i pali, al di fuori del rettangolo verde Jacopo è un ragazzo come tanti altri. "Quando non si allena ama trascorre il suo tempo con gli amici – sottolinea papà Paolo – e si è appena diplomato alla scuola privata, nell’ultimo anno purtroppo non gli era possibile frequentare in presenza. E credo che adesso si voglia iscrivere all’Università anche perché, sebbene l’impegno calcistico gli porta via tanto tempo, ne ha comunque a disposizione per poter continuare a studiare. Deve ancora decidere il ramo, ma penso proprio che intraprenda un percorso legato all’attività fisica, che ormai da molti anni è il suo mondo". Jacopo ha un fratello di 15 mesi più grande che gioca nei dilettanti come terzino, dopo aver fatto le giovanili a Pisa, mentre sono due i suoi portieri preferiti. "Il suo idolo è Buffon – conclude il padre –, ma da quando si è allenato con Vicario stravede per lui".
Simone Cioni