
Stragi sul lavoro e indignazione. Anche la rsu di Sammontana sostiene lo sciopero di domani
Piena indignazione per l’incidente sul lavoro di venerdì scorso a Firenze in via Mariti, che ha causato il decesso di quattro operai e il ferimento di altri tre (mentre un ottavo operaio risulta ancora disperso). E un invito ai lavoratori a partecipare al presidio che si terrà nel capoluogo della Toscana domani alle 16.30, proclamato da Cgil e Uil. E’ la posizione della Rsu Cgil Sammontana Empoli-Vinci, espressa nelle scorse ore in vista dell’iniziativa di domani. Ci si aspetta che nell’Empolese Valdelsa l’adesione allo sciopero sia molto alta perché il tema ha toccato tutti i lavoratori.
"La rsu esprime pieno cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime sul lavoro, che quest’anno hanno già raggiunto la quota di quasi 150 mentre lo scorso anno sono state più di mille – hanno commentato i rappresentanti del sindacato attraverso una nota – stiamo purtroppo parlando di persone che sono andate a lavorare e hanno perso la vita. Quanto si è verificato e quanto sta accadendo da troppo tempo deve fare riflettere tutto il mondo del lavoro perché la progressiva diminuzione dei diritti delle persone, anche sindacali, determina condizioni di lavoro sempre più inaccettabili oltre poi a un salario tutt’altro che dignitoso come invece viene previsto all’interno della Costituzione".
Una visione condivisa da Gianluca Lacoppola, della segreteria della Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze, il quale ha ricordato le iniziative di solidarietà espresse dai lavoratori dell’Empolese a seguito della tragedia di via Mariti. "Quanto successo a Firenze, ci lascia colmi di rabbia e dolore: cinque morti e tre feriti in un cantiere sono una ferita che non potrà mai rimarginarsi".
La strage ha toccato da vicino anche il territorio. "Anche l’Empolese Valdelsa – prosegue Lacoppola – ha sentito il bisogno di dare un segno importante: nella maggior parte delle fabbriche e dei luoghi di lavoro le fermate e gli scioperi hanno avuto adesioni altissime: tra il 65 e il 90% - ha concluso - ancora una volta a morire sono lavoratori che avevano la sola colpa di aver bisogno di lavorare per vivere. Un modello economico che considera più importante il profitto rispetto alla salute e sicurezza delle persone. E con questo la logica dei subappalti, dell’aumento dell’età pensionabile e dell’accelerazione dei ritmi di lavoro".