REDAZIONE EMPOLI

Stop cellulari per 3 giorni I ragazzi superano il test

I millennials della Vanghetti e il prof vanno ’offline’ per un week-end "C’è chi ha riconosciuto la propria dipendenza e ha chiesto aiuto"

La classe della 2I della scuola media Vanghetti ha vissuto tre giorni senza cellulari

Hanno lasciato il loro amato cellulare a scuola e lo hanno ripreso dopo il weekend, rinunciando a ’scrollare’, chattare, inviare foto e video. È l’esperimento dei millenials della scuola media Vanghetti di Empoli. Diciotto, fra ragazze e ragazzi della 2I, e 11 alunni della 2G si sono sottoposti a un test insieme al loro il professore di italiano, John Patrick D’Elios.

L’esperimento si è svolto nel fine settimana a cavallo del 25 aprile, quindi gli studenti hanno deciso di privarsi del proprio smartphone da venerdì 23 a lunedì 26 aprile, per poi analizzare e condividere le reazioni. L’obiettivo non era di criminalizzare l’uso dei telefonini, ma di analizzare il comportamento dei ragazzi senza un apparecchio diventato ormai per molti essenziale. Il proposito era di mostrare loro non l’inutilità dello smartphone bensì la sua ’inessenzialità’. Prof e ragazzi, ma anche le famiglie, hanno appoggiato questo periodo di astinenza, assicurandosi personalmente dello spegnimento effettivo dei cellulari dei propri figli e in alcuni casi gli stessi genitori e fratelli e sorelle hanno aderito attivamente all’iniziativa. Cosa è successo? "Alcuni studenti si sono resi conto della loro ’parziale’ dipendenza da questi apparecchi, ma molti hanno apprezzato la possibilità di vivere giornate differenti - spiega l’istituto - Si sono creati momenti diversi, che hanno portato alcuni di loro a compiere esperienze ‘nuove’ per impiegare il loro tempo, come provare a imparare a usare uno strumento musicale, o scoprire che con un fratello ogni tanto si può fare anche due chiacchiere, apprezzare un bel giro in bici o guardarsi un film interessante".

C’è chi ha dormito meglio e di più, ma c’è anche chi, senza il cellulare accanto, ha avuto difficoltà ad addormentarsi. Alcuni non hanno resistito alla tentazione di collegarsi agli amati social trovando nuove vie, altri hanno sfogato i loro ’vuoti’ avvantaggiandosi con i compiti. Per molti la curiosità di riaccendere il proprio telefonino era legata alla quantità di messaggi che avrebbero dovuto leggere una volta premuto il tasto ’on’, per altri alla semplice possibilità di poter continuare a guardare la propria serie preferita in santa pace. C’è chi ha riconosciuto che ’scrollare’ il cellulare per una media di 4 ore al giorno nei week end è una perdita di tempo, ma allo stesso tempo di non poterne fare a meno. Alla fine dell’esperienza gli alunni si sono mostrati generalmente consapevoli delle loro debolezze e necessità ma anche di quelle degli adulti. Inoltre, gli studenti hanno saputo mettersi in discussione, hanno fatto autocritica, anche coloro che non hanno partecipato attivamente. C’è anche chi ha chiesto aiuto e in questo caso la scuola e le famiglie hanno risposto ’presente’.

I.P.