REDAZIONE EMPOLI

"Scandalo Keu: a quando le bonifiche dei siti inquinati?"

L’attacco del capogruppo del Carroccio, Elena Meini: "E’ fondamentale tenere accesi i riflettori sulla grave vicenda e sui ritardi"

Tenere i riflettori accesi sullo scandalo Keu che ha travolto il distretto conciario. E’ l’impegno della Lega con Elena Meini partendo proprio da quello che è l’interrogativo chiave di tutta la vicenda, a parte gli aspetti giudiziari: "A quando le bonifiche dei siti inquinati?". Ed è per questo che, secondo il Carroccio, è giusto analizzare i passati intrecci della vicenda ma bisogna anche concentrarsi sulle attuali mancanze della Regione.

"E’ doveroso tenere accesi i riflettori sulla grave vicenda legata al Keu, ripercorrendo il passato, ma occorre anche concentrarsi sul presente, non trascurando il fatto che le bonifiche dei siti inquinati, come la regionale 429, tardano, colpevolmente, ad essere fatte – afferma Meini, capogruppo in consiglio regionale della Lega, già presidente della commissione d’inchiesta sulla criminalità organizzata. – La magistratura ha già compiuto significativi passi avanti nelle indagini, individuando potenziali coinvolgimenti di vari soggetti nella questione, ma non si sta dimostrando così efficiente la Regione, in particolare il presidente Giani e l’assessore Monni, nel decidere gli opportuni interventi, al fine di ridare una naturale serenità a quei cittadini che risiedono nelle zone interessate dalla contaminazione-prosegue il Consigliere".

"Un ritardo che si sta facendo sempre più inaccettabile, una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti dei nostri corregionali che, incolpevolmente, si trovano parte in causa nella complessa tematica-precisa l’esponente leghista – aggiunge Meini –. Basta, quindi, con i tentennamenti e le promesse: l’affare Keu ha già fatto molti danni, vediamo, quantomeno e finalmente di azzerare i disagi di tanti cittadini, tuttora dubbiosi del fatto che l’acqua che sgorga dai loro rubinetti sia effettivamente potabile".

Sul fronte giudiziario gli ultimi sviluppi risalgono invece e poche settimane fa quando gli atti di conclusione delle indagini sono stati notificati dalla Dda di Firenze e 6 aziende e 26 indagati tra politici, dirigenti pubblici e imprenditori, con le accuse che vanno – a vario titolo – dall’ associazione a delinquere finalizzata a traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, oltre che indebita erogazione di fondi pubblici e corruzione in materia elettorale. Ora sono attese le3 successive determinazioni della Procura.