STEFANO BROGIONI
Cronaca

Giustizia per Sara, ma solo a metà

Solo il camionista investitore verso il processo: insussistenti le altre ipotesi

Sara Scimmi

Empoli, 30 gennaio 2019 - Se ci saà giustizia per Sara Scimmi, come urlano gli striscioni che hanno invaso un po’ tutta la provincia di Firenze, sarà soltanto per l’omicidio stradale. Già perché il fascicolo, aperto dopo i sospetti che qualcuno, quel 9 settembre del 2017, abbia tramortito Sara prima che il mezzo pesante la travolgesse mentre era distesa in mezzo alla carreggiata della 429, si avvia all’archiviazione.

Così ha deciso la procura, intenzionata a chiedere il processo (ma per ora ha «soltanto» notificato la chiusura delle indagini) per il camionista 49enne di Santa Maria a Monte, Milko Morelli. La parola spetterà comunque al giudice, considerato che con molta probabilità la famiglia di Sara, convinta che prima dell’incidente stradale sia successo qualcosa di brutto alla 19enne, si opporrà all’archiviazione di questo secondo filone d’inchiesta, aperto proprio grazie a un loro esposto.

Resta dunque un punto interrogativo su quel buco sugli ultimi minuti di vita della ragazza. I filmati telecamere del distributore Aquila posto sulla strada regionale, a cinquecento metri dal punto in cui il tir è passato con le sue ruote sopra alla testa della ragazza, sono stati infatti acquisiti in un orario compreso tra le 3.16 e le 3.31, al fine di identificare il mezzo pesante che si era dato alla fuga.

Ma dalla discoteca Kaleido al punto in cui è stata uccisa dal tir, come ci è arrivata, Sara? La sorella Giulia, sentita dal pubblico ministero, ipotizza che fosse in macchina con qualcuno, considerata la distanza (quasi un chilometro e mezzo) e la testimonianza di un amico che alle 3.20 colloca ancora la ragazza nel locale. Secondo la polizia giudiziaria, la Scimmi è stata investita tra le 3.23 e le 3.24 e ha camminato sul ciglio della strada, da sola. «Alcun elemento induce a ritenere che la Scimmi fosse stata traportata in auto dal luogo ove si trovava, ossia la discoteca Kaleido, sino al punto dove veniva investita», conclude il pm. Ma anche all’esito di una lunghissima indagine, dove sono stati sentiti e risentiti tanti ragazzi che quella notte erano al Kaleido, alcune domande restano senza risposta. Non si sa chi abbia trasformato il profilo Facebook di Sara in «commemorativo». Non sono stati ritrovati l’anello e l’orologio che quella notte la 19enne aveva indosso (tali oggetti si notano da alcune fotografie scattate in discoteca). E non si sa perché, come hanno testimoniato alcuni amici, Sara, che quella notte aveva bevuto, fosse arrabbiata.

Di certo, dunque, c’è la velocità del tir condotto da Morelli, 74 km/h dove il limite è di 70, e la contestata incapacità di fermarsi in tempo all’ostacolo, cioè il corpo supino della giovane. E di certo, c’è anche la fuga del conducente dopo l’investimento.