Dopo 11 anni nel purgatorio del dilettantismo, dopo oltre un decennio nei peggiori campi di provincia, la Fermana torna in C. E il più grande regalo del professionismo porta il nome di Marco Sansovini. Nel 2017, era arrivato nelle Marche con alle spalle oltre 80 gol in Serie B e con il titolo di "sindaco" di Pescara. Era stato il grande colpo estivo del ds Massimo Andreatini alla prima stagione in Serie C della Fermana dopo tutto quel calcio dilettantistico. Cosa faceva nel mentre Sansovini? Conquistava la Serie A insieme a Zeman, Immobile, Verratti e Insigne. All’epoca poteva essere solo un bel sogno. A Fermo era sul finale della carriera (si ritirerà dal calcio giocato due anni dopo, ndr), ma nella sua ultima stagione di professionismo aveva dimostrato di poter ancora dire la sua. Cinque gol e due assist in coppia con Arturo Lupoli nello scacchiere di mister Destro. Oggi fa l’allenatore della squadra Primavera di una delle realtà più interessanti della Serie C, il Pineto. Ma siamo sicuri che sabato più di un occhio a Pescara-Fermana ce lo butterà.
Come era nata la possibilità di arrivare alla Fermana?
"Ero di proprietà del Pescara ma ero fuori rosa perché non facevo più parte del progetto tecnico. Tante squadre mi avevano cercato e tra queste c’era la Fermana. Era vicino a casa mia visto che avevo già iniziato ad abitare a Pescara. Perciò ho scelto i gialloblù, anche per la storia della squadra e il calore della piazza".
Che ricordi hai dell’ambiente Fermana?
"Soprattutto ricordo i tifosi. La piazza è molto affezionata alla squadra. Abbiamo sempre avuto tanto seguito, soprattutto in trasferta. Ci hanno sempre sostenuto anche se quella stagione non era stata poi così semplice. Ci siamo salvati nelle ultimissime partite".
Salvezza conquistata con Flavio Destro in panchina: che tipo di mister è stato?
"È una persona schietta e diretta. Come allenatore è molto pratico e conosceva bene la piazza. Era molto bravo soprattutto a curare la fase difensiva".
Il legame più forte della tua carriera indubbiamente è stato quello con il Pescara?
"Sono stato quasi sei anni a Pescara e sono stato fortunato a essere presente in stagioni dove abbiamo quasi sempre vinto o fatto annate di altissimo livello. Il periodo positivo ha contribuito a rinsaldare quello che era già un grande legame con la piazza".
Sono passati più di dieci anni da quando vincevi il campionato di Serie B con Zeman in panchina, ancora oggi lo stile di gioco del boemo è più che attuale. Secondo te come mai? "Il sistema in campo del mister è ancora attuale perché era avanti anni luce prima. La ricerca della profondità, il gioco offensivo e il pressing alto: tutto quello che faceva vedere prima adesso lo si ritrova in tante squadre e in tanti principi di gioco. Poi ognuno lo modula a proprio piacimento. Ma Zeman è integralista, così è e così resterà". Tra Fermana e Pescara che partita ti aspetti?
"In maniera innegabile, per come gioca il mister, mi aspetto che il Pescara faccia la partita. La Fermana arriva con gli sfavori del pronostico ma anche con una vittoria alle spalle. Sarà una gara insidiosa per gli abruzzesi, anche perché a ridosso delle vacanze ed entrambe le squadre vorranno chiudere in bellezza l’anno".
Quale potrebbe essere un aspetto della partita che potrebbe aiutare la Fermana?
"I gialloblù dovranno avere un’ottima organizzazione in fase difensiva per poi sfruttare bene le ripartenze. Il Pescara le ha sempre sofferte".
Filippo Rocchi